Il Messaggero (A.Marani) – «Ci riempiamo di botte, ma dopo la partita torniamo tutti amici», l’attestato di solidarietà degli ultras dell’Hellas Verona arriva durante il processo per direttissima ai 21 tifosi della Roma arrestati per la rissa scoppiata tra fazioni opposte domenica mattina fuori al Bentegodi, prima del match tra i gialloblu e la Roma. Una “testimonianza” resa secondo i canoni di quel “codice ultrà” mai scritto ma conosciuto a chi frequenta le Curve degli stadi: ci si mena di brutto, ma con fierezza. I veronesi poi hanno la fama di «duri» e affrontarli non è da tutti. L’udienza si è svolta a Verona lunedì pomeriggio, il giudice ha convalidato i fermi ma ha differito il giudizio all’8 giugno avendo gli avvocati Lorenzo Contucci e Giuseppe Trimeloni, richiesto i «termini a difesa». I ventuno (Claudio Aquini, Stefano Cioffi, Stefano Crostella, Mauro Cruciani, Cesare Di Berardino, Daniele Di Marco, Marco Donati, Marco Emidi, Fabio Ercoli, Alessandro Federico Frigeri, Giulio Incoronato, Nazariy Kachala, Leonardo Lancellotti, Maurizio Lanzi, Davide Morelli, Daniel Niroshian, Claudio Mori, Ottavio Valerio Raimondo, Marco Silvestrini, Marco Tagliaferri e Federico Vittori) sono tutti rientrati nella Capitale, hanno il divieto di dimora nel comune di Verona e il daspo fino alla conclusione del processo. Tra i 21 e i 45 anni sono di Roma, Ladispoli, Guidonia, Zagarolo, Cerveteri e Orbetello: 7 erano incensurati, 14 annoverano precedenti di polizia, in 3 avevano già scontato dei Daspo, un altro per due volte. La rivalità tra le due tifoserie si perde negli anni ‘80 quando l’antico gemellaggio sigillato in virtù della parentela tra uno dei capi ultras veronesi e lo storico portiere giallorosso Guido Masetti si rompe. A Verona ci sono degli scontri e di lì in poi il match diventa occasione per darsele di santa ragione. Il primo settembre del 2013 l’ultimo episodio violento a Roma a colpi di petardi e bottiglie.
LA SCINTILLA – Con la stretta dell’ordine pubblico sull’Olimpico, le occasioni per fronteggiarsi nella Capitale scarseggiano. Domenica a Verona, invece, la scintilla. Anche se i 21 non sarebbero arrivati con i gruppi organizzati, ma farebbero parte della galassia frammentata di tifosi che siede nella Sud. Arrivano a Verona alle 9.30, molto presto rispetto al fischio di inizio. Non seguono i percorsi dedicati. Si ritrovano di fronte a una cinquantina di supporter veronesi che “presidiano” la zona. Ecco la rissa: a mani nude e con i bastoni delle bandiere, tutto sotto le telecamere piazzate intorno al Bentegodi. I romanisti vengono raggiunti più tardi, identificati e portati in Questura. In un’auto vengono ritrovati due caschi («erano dei motorini usati a Roma», si difendono), un tirapugni celato in una scatola di cioccolatini («ma non è stato usato»), coca e hashish («ma per uso personale»). Scrive Stefano su Fb: «21 diffidati ma la nostra passione non ce la leverete mai ritorneremo più forti de prima».