La Repubblica Roma (P.Torri) – Jose Luis Palomino. Daniele Orsato. Leverkusen. Budapest. Champions League. A qualcuno potrà sembrare strano, ma c’è un filo neppure troppo sottile che lega un ruvido difensore argentino, un arbitro considerato il top, una città tedesca, una finale di Europa League nella capitale, un portoghese e un obiettivo che vale minimo cinquanta milioni di euro. Che poi è un obiettivo, quello della Champions, che si potrebbe raggiungere anche attraverso il campionato a patto di arrivare tra le prime quattro. E qui entrano in scena l’argentino e il signore in nero della sezione di Schio.
Palomino, come molti ricorderanno, in occasione della trasferta della Roma sul campo dell’Atalanta, si rese protagonista di un’entrata killer sulla caviglia del suo connazionale Paulo Dybala, ovvero il giocatore più forte e determinante della Roma, il campione in grado di fare la differenza. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da quel giorno la Joya praticamente non è stata più a disposizione di Mourinho. conseguenza di una caviglia che gli fa ancora male e che, parola dello Special One, ne mette in dubbio pure la presenza giovedi prossimo a Leverkusen nella decisiva semifinale di ritorno che la Roma giocherà sul campo del Bayer Leverkusen.
Palomino fu ammonito. Ha continuato a giocare fino a quando il fato ha voluto che si infortunasse pure lui. Al contrario la Roma ha dovuto fare a meno del suo campione nei per tutte le successive partite, cioè quelle decisive nella corsa a uno dei primi quattro posti (vedi sopra). Capitolo secondo. Perché al motto che è meglio non farsi mancare niente, la seconda entrata sulla caviglia della Roma, ci ha pensato a concretizzarla il direttore di gara Danie le Orsato, arbitro con cui la Roma da anni ha un rapporto perlomeno conflittuale (eufemismo).
Entrata che è stata tripla. La prima in occasione della sfida all’Olimpico contro una diretta concorrente come il Milan quando, in occasione del gol del pareggio dei rossoneri non ha visto (e con lui il Var) un’evidente spinta di De Ketelaere su Ibanez in occasione del gol del pareggio del Milan di Saelemaekers al minuto novantasette. La seconda a Bologna domenica scorsa quando non ha visto una gomitata da rigore su Solbakken. La terza, sempre a Bologna, quando non ha considerato non punibile un’altra sfacciata gomitata in faccia a Ibanez in area di rigore che Mourinho ha definito un calcio di rigore gigante (e pure qui il Var non è mai intervenuto).
Sommando il tutto, basta vedere la classifica per capire le conseguenze che hanno un valore di una 50ina di milioni considerando soltanto la partecipazione al girone di Champions. L’ulteriore conseguenza è che giovedi, a Leverkusen, la sfida contro il Baver assumerà contorni senza appello o quasi in chiave qualificazione Champions. L’unica consolazione per la Roma è che con i tedeschi non gioca Palomino e, soprattutto, che ad arbitrare non ci sarà il signor Orsato di Schio.