Gli occhi della Var sulla A: ecco come

La Gazzetta dello Sport (F.Ceniti) – Sembrava impossibile: la tecnologia in aiuto degli arbitri nelle partite di Serie A. E’ una realtà che vedremo dal prossimo 19 agosto (debutto con Juve-Cagliari). Come è stato possibile? Il vento è cambiato in modo repentino ed è lo stesso che ha ribaltato i palazzi istituzionali del calcio mondiale. Non è un caso che usciti di scena Sepp Blatter e Michel Platini, il passo successivo sia stato il semaforo verde alla rivoluzione fatta con monitor e replay. Gianni Infantino non ha perso tempo e già nel marzo 2016 l’utilizzo di un Video assistant referee è stato autorizzato in via sperimentale dall’Ifab, l’organizzazione che ha il potere di cambiare le regole del pallone. Ma a differenza di quanto avviene per le altre novità, la moviola ha avuto una corsia preferenziale: l’idea della Fifa è usarlo al Mondiale 2018 per poi esportarlo in via definitiva nelle competizioni più importanti. Per compiere questo passo occorreva avere dei test in campionati importanti. I volontari non sono mancati, con in testa la Serie A. La Federcalcio di Carlo Tavecchio da subito ha fiutato il cambio del vento: l’Italia è in prima fila per competenza e professionalità. Grazie al lavoro di Aia e Lega, con Roberto Rosetti (responsabile del progetto Var di casa nostra) reduce da una stagione intensa disperimentazione off line. Dal 19 agosto la Var entrerà di prepotenza nelle discussioni. Ma come funziona, quanti sono gli arbitri impegnati, chi potrà richiederla? Ecco un vademecum per rispondere a (quasi) tutte le domande.

1. In quali casi si farà ricorso alla moviola in campo? Per verificare la regolarità di una rete (del gol/non gol se ne occupa l’Occhio di falco); sul rigore assegnato e non; sui provvedimenti che riguardano le espulsioni (mancate oppure sanzionate in modo sbagliato); sugli scambi di persona. Sono le linee guida previste nel protocollo Ifab. Che aggiunge: la tecnologia potrà modificare la decisione dell’arbitro solo per evitare un chiaro errore. E’ un punto fondamentale.

2. Per quale motivo? Perché in caso di azione controversa o di una interpretazione da parte dell’arbitro in campo, allora i colleghi alla Var dovranno astenersi, lasciando inalterata la decisione presa. Tanto per fare un esempio: il tocco di mano di De Sciglio giudicato da rigore nell’ultimo Juve-Milan non sarebbe stato oggetto di valutazione da parte della moviola. Al massimo l’arbitro potrà andare a rivedere l’episodio al monitor.

3. Quindi il direttore di gara potrà utilizzare in prima persona la tecnologia? Certo, è previsto dal protocollo. Può cambiare la propria decisione basandosi sul consiglio dei colleghi Var oppure andare a rivedere i replay. In ogni caso spetta all’arbitro in campo la scelta finale.

4. E quindi sarà lui a richiedere l’intervento della Var? Non è necessario, può chiedere il supporto della moviola su un’azione che lui ha giudicato, ma possono essere direttamente i Var ad avvisarlo quando si rendono conto che si è in presenza di un possibile errore chiaro.

5. Quanti saranno gli arbitri Var per le gare di A e i loro nomi saranno resi noti? Due e sì, per rispondere in modo sintetico. Nel dettaglio: per ogni gara di A verranno indicati una coppia di Var (arbitri in attività) e questa designazione sarà pubblica. Rispetto alla scorsa stagione spariranno gli addizionali.

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