Femminile, Giugliano: “A Roma ho trovato una famiglia. Ripresa? Dobbiamo aspettare la FIGC”

Manuela Giugliano, centrocampista della Roma Femminile, è stata intervistata da La Gazzetta dello Sport sul profilo di Instagram del quotidiano. Queste le sue parole:

Com’è la situazione per le ragazze? Quando ricominciate?

Per noi questa fase 2 è la possibilità di uscire fuori casa e allenarsi, finora non è stata possibile. Dobbiamo ancora aspettare cosa decida la FIGC e le società devono darci l’ok per allenarci, per cominciare gli allenamenti.

Com’è stato questo blocco in casa?

Sono sincera, un po’ duro lo è stato fondamentalmente perché mi manca il campo, mi mancava il campo e sono stata fortunata perché ho passato quarantena con la famiglia e mi è pesato di meno.

Come ti trovi a Roma?

Ho trovato una famiglia, sono orgogliosa di indossare questi colori e non ho motivo per fare scelte diverse.

Le iniziative sociali della Roma?

Sia noi ragazze che i ragazzi hanno partecipato, io penso che il calcio debba essere una piattaforma culturale, non solo un posto dove giocare solo a pallone. Con questi eventi, il calcio diventa la piattaforma giusta per aiutare i più bisognosi, la Roma ha fatto tanto per tanti e posso camminare a testa alta.

Un consiglio per le future calciatrici?

Se giocano e si divertono, è giusto che continuino a farlo. Ovviamente, poi, gli obiettivi che si prefissano arrivano piano piano, se si divertono devono continuare.

Com’è stato incontrare Ronaldo?

È stato importante, non me lo aspettavo, stare accanto a lui mi ha fatto riflettere. Ovviamente non posso pensare di essere arrivata perché è da lì che parto per conquistare altre cose importanti.

Avversaria più forte che hai affrontato?

Per fortuna ho avuto la fortuna di giocarci insieme, dico Valentina Cernoia, spero un giorno di poter condividere il centrocampo con lei.

Hai cambiato tante squadre: perché?

Non ho trovato stabilità da parte mia, sarei rimasta alla Torres ma la società è fallita. Ho fatto delle scelte diverse, se non ho una stabilità è giusto che vada via. Ad oggi posso dire che sto bene.

Avversaria più forte?

Direi tutta l’Olanda e Marta, ho avuto la fortuna di scambiare la maglia con lei. Quel Mondiale mi farà crescere in futuro.

Ruolo preferito?

Io nasco come trequartista, poi sono diventata un mediano basso con mister Piovani, mi sono sentita a mio agio. Se mi spostano in avanti lo faccio volentieri perché ho più chances di segnare. Sono sincera, adoro anche far segnare le mie compagne. A seconda del modulo, mi adatto.

La Roma in attacco ha giocatrici forti…

Sì, in allenamento non le prendo mai (ride, ndr). Giocare con attaccanti forti è più facile per me. Secondo me siamo una squadra giovane che ha tanto da far vedere, ha voglia di mostrare e sono consapevole che siamo forti. Abbiamo bisogno di tempo.

Cosa manca alla Roma?

Ci serve tempo, noi durante la settimana lavoriamo bene e facciamo vedere le nostre qualità, ne abbiamo voglia. Ci mettiamo a disposizione l’un l’altra. Abbiamo avuto degli alti e dei bassi, penso sia dovuto soprattutto di esperienza perché siamo una squadra nuova.

Ti ispiri a Pirlo?

Da mediano basso sì, da trequartista dico Del Pieo. Ad oggi, però, dico Pirlo.

Che ruolo faceva tuo padre?

Ha giocato come difensore in Eccellenza nella Fragolese, squadra vicino Napoli. Io da piccola ho sempre giocato a pallone con mio fratello. Mia madre voleva farmi fare pallavolo, l’ho fatta un periodo ma giocavo con i piedi, quindi alla fine l’abbiamo convinta e sono andata a giocare a calcio.

Un suo consiglio che ti rimarrà per sempre?

Ce ne sono due: uno è di continuare credere a ciò che faccio. Nel momento in cui ci sarà un qualcosa di diverso, devo fare delle scelte che mi facciano stare bene. Poi, per quanto riguarda il campo, mi dice di tirare appena vedo la porta.

A quando il primo gol in casa?

C’è stato il blocco purtroppo, spero di farlo quanto prima se dovessimo riprendere. Ce la metterò tutta.

Un gol che ricordi con maggiore soddisfazione?

Mi è rimasto nel cuore quello contro la Georgia nel mio esordio con la Nazionale maggiore, ho tirato al volo su una respinta ed è stato emozionante.

Hai avuto una breve parentesi all’Atletico Madrid…

Fu una scelta un po’ forzata, sono stata una settimana e mezza, non ero pronto perché ero forse piccolina, non riuscivo ad adattarmi a una realtà diversa alla nostra. Sono sincera, ho avuto paura e ho capito di non essere pronta e ho deciso di tornare.

Come ti sei trovata a Brescia?

La considero la mia seconda casa, ci ho vinto la mia prima Supercoppa, ci ho fatto uno spareggio di campionato. Era una squadra unità, c’era una società presente, dei tifosi immensi, unici. Ogni volta che ne ho la possibilità torno volentieri, ho anche tatuato l’anno in cui ci ho giocato, è stato un anno importante e loro lo sanno bene.

Come ti trovi con Rosucci in Nazionale?

Molto bene, mi sento al sicuro perché anche quando so che sto giocando male basta uno sguardo per capire che hai una persona al tuo fianco. Lei è una delle tante che mi dà la carica, anche solo con uno sguardo, non serve per forza la parolina di conforto.

Un ricordo del Mondiale?

Ricordo il gruppo, Cristiana Girelli fa ridere tantissimo. La più seria del gruppo è Sara Gama.

Nella Roma chi è la più burlona e quella più seria?

Quella più seria è Vanessa Bernauer, quella più simpatica è Manuela Coluccini che fa morire dal ridere, penso che come faccia gruppo lei non lo faccia nessuno.

Un giudizio su coach Bavagnoli?

È una persona genuina e sono contento di essere allenata da lei. Adotta un 4-3-3 o 4-2-3-1 a seconda delle giocatrici a disposizioni.

Come interagisci con i colleghi maschi a Trigoria?

Noi ci alleniamo all’Acqua Acetosa e c’è un po’ di distanza tra di noi, non sempre abbiamo l’opportunità di incontrarci. Facciamo però tanti eventi in comune con loro e penso che la società dia un messaggio grande perché dà l’idea che siamo un’unica squadra.

La proprietà americana crede nel progetto femminile…

Sì, crede in unico progetto tra maschi e femmine. Io voglio restare per poter fare bene e far crescere il nostro movimento.

Il momento del calcio femminile?

Non è un buon momento per il calcio femminile, c’è il rischio che qualche società non riesca a ripartire. Noi vogliamo continuare a crescere e speriamo che la FIGC dia una mano a far crescere il nostro movimento.

Rito scaramantico prima di scendere in campo?

Entro in campo con la musica per guardare il campo, poi nello spogliatoio ci mettiamo in 4, e usciamo in campo in una certa maniera. Prima di entrare in campo mi faccio il segno della croce per due volte.

Hai avuto tanti infortuni quest’anno…

Speravo di non averne, dopo aver fatto un Mondiale e dopo aver fatto una grande preparazione pre-Mondiale, dopo essere stata fuori di casa per tanto tempo, focalizzata su un solo obiettivo, penso di aver speso tante energie. Per la poca esperienza non ho recuperato in tempo e sono dell’idea che questi infortuni siano dovuti a un grande sforzo fisico e mentale. Ad oggi, però, posso dire che sono cresciuta e sono ripresa, voglio continuare a dimostrare il mio valore. Sono tranquilla e penso che in un momento così delicato un giocatore possa solo che crescere e non abbattersi. Gli infortuni possono starci ma poi ci si lavora.

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