Investire sui giovani, spesso, è il miglior modo per arrivare a un successo duraturo. All’estero lo hanno capito da tempo, anche nel calcio (si vedano Barcellona e Ajax). Per aver successo coi giovani, però, bisogna sapere aspettare e bisogna poter contare su dei modelli perché i giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche. Nella Roma proprio questo aspetto sta venendo a mancare e rischia di bruciare quella linea verde che il club ha scelto di sposare da tempo. Dzeko, subito dopo la debacle col Sassuolo, è stato chiaro: «Ci sono tanti giovani che devono capire che non si vive di rendita su una o due partite buone. Bisogna fare sempre di più. Uno o due calciatori non possono far vincere da soli la squadra». Un ritornello ascoltato già lo scorso anno. E tra i tanti ragazzi spiccano i volti di Under e Kluivert. Il turco (22 anni) è alla terza stagione di Roma, l’olandese (20 anni) alla seconda. Fin qui hanno messo a segno 5 gol in due, una miseria. A loro si è aggiunto Perez (22 anni) da cui non si può pretendere subito la luna. Misteriosa, e per certi versi sorprendente, pure la flessione di Lorenzo Pellegrini (che sarà sostituito da Pastore venerdì) mentre per Cristante parlano numeri impietosi: 2 vittorie su 9 partite con l’ex atalantino in campo. Alle sue spalle, però, c’è il nulla se si esclude Villar che fino a una settimana fa giocava nella serie B spagnola. Con Friedkin si continuerà a puntare sui giovani, ma senza esagerare. Non a caso nel mirino del magnate texano ci sono anche giocatori esperti come Mertens del Napoli e Lingard del Manchester United. Lo scrive Leggo.