La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Costruzione dal basso, possesso palla, dominio della partita e sfruttamento massimale dell’ampiezza del campo. A vederla così sembra il manifesto dello stesso calcio, quello che accomuna nei principi basilari due giochisti come De Zerbi e Fonseca. Amanti del bel calcio, del football che deve costruire e non distruggere, di un pallone che tende a vincere divertendo. Due allenatori che per alcuni versi si assomigliano e per altri si stimano, non fosse altro perché nessuno dei due ama speculare, ma piuttosto inventare.
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Oggi pomeriggio si troveranno di fronte per la quarta volta nella loro storia, con un bilancio in perfetto equilibrio: una vittoria a testa (4-2) nella scorsa stagione e lo 0-0 dell’andata. E pensare che prima di scegliere Fonseca, nell’estate 2019, la Roma aveva sondato proprio De Zerbi per prendere il posto di Ranieri. E magari la cosa potrebbe tornare anche di moda a giugno, nel caso in cui le strade del portoghese e dei giallorossi si separino.
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Fonseca e De Zerbi si piacciono e si stimano, perché il loro modo di intendere il calcio è simile sotto molti punti di vista. Lo dicono i numeri, appunto, ma lo dicono anche gli stessi interpreti. “Io preferisco affrontare squadre come Sassuolo o Ajax (avversario in Europa League, ndr ), squadre che vogliono sempre l’iniziativa o la palla – dice Fonseca – Ma vincere dipenderà soprattutto da noi, dovremo giocare al cento per cento“. I giochisti, del resto, sono così. Pretendono sempre il massimo…