Giuseppe Gianni ha voluto affidare al Messaggero (A.A.) il ricordo di Mazzone.

Per lei Mazzone è stato un papà?
“Direi di sì. Una persona eccezionale, un uomo meraviglioso. Ironico, sincero, ti faceva stare sereno. Sono distrutto, non ho avuto nemmeno il tempo di salutarlo bene. Sapevo che stava male, mi dispiace immensamente.”

Ricorda il suo arrivo nello spogliatoio?
“Aveva addosso grandi responsabilità. E tanti dubbi su di me. Mi confessò in maniera diretta: ‘Mi hanno detto che qui te la comandi, che fai la formazione, ma io so che sono tutte bugie, credo che tu sia un bravo ragazzo’. Da quel momento è nato l’amore. Mi ha dato fiducia, qualche soddisfazione ce la siamo tolta. Peccato non siamo riusciti a vincere, ma in quegli anni era difficile, Ma per lui ho sempre dato tutto”.

Memorabile il derby contro la Lazio di zeman, Tinito 3-0, con lei capitano e trascinatore.
“Quella partita l’abbiamo preparata nei minimi dettagli. La Lazio si sentiva superiore, giocava un calcio stellare e i giocatori pensavano di aver già vinto. Mazzone ci fece trovare nello spogliatoio tutti i ritagli di giornale nei quali veniva evidenziata, reparto per reparto, la loro presunta superiorità. Siamo andanti in campo carichi e li abbiamo massacrati”.

Un pomeriggio emozionante.
“Finito con la corsa di Carletto sotto la Sud, con il pugno alzato e la dedica alla sua gente”.

Un anno prima, il ricordo spiacevole: rigore sbagliato contro la Lazio.
“Lì Mazzone mi ha dimostrato tutto il suo affetto e la sua fiducia, ha continuato a farmi giocare, nonostante avessi contro tanta gente. E’ stata una bella botta, ma grazie a lui l’ho superata”.

Per Mazzone ha anche “tradito” la Roma.
“Beh, tradito no. Diciamo che tanti non hanno apprezzato o condiviso il mio passaggio al Napoli, che della Roma era diventata una rivale. Ma li accettai di andare solo perché mi chiamò lui, non l’avrei fatto per nessun altro”.

Mazzone anche grande allenatore? 
“Certamente. Lui è la storia del calcio, ha allenato ovunque, lasciando sempre segni importanti. Sapeva trattare con giovani e grandi calciatori. È stato un maestro per tutti. Uno degli allenatori più importanti che ho avuto nella mia carriera. Finita con quella notte contro lo Slavia Praga. Potevamo entrare nella storia, c’è mancato davvero poco”.