La Gazzetta dello Sport (F.Oddi) – L’ha decisa il più giovane in campo la finale Giovanissimi, con una giocata da adulto di talento: dopo il campionato Allievi, l’Atalanta si prende il secondo scudetto in 10 giorni, grazie a una perla dell’ivoriano Diallo Amad Traore, unico 2002 dei suoi, 13 anni ancora per un paio di settimane. Due a zero dopo tempi supplementari contro una buona Roma, il raddoppio lo ha firmato di sinistro il numero 10 Cortinovis, con i giallorossi sbilanciati in avanti alla disperata ricerca del pari.
CON MERITO – La squadra di Valerio D’Andrea può recriminare per una traversa di Barbarossa al quarto d’ora, e per un mancato aggancio dello stesso centravanti, all’ultimo minuto dei regolamentari, solo davanti al portiere. Ma l’Atalanta di Stefano Lorenzi ha comunque costruito un maggior numero di palle gol. Con la sostanza garantita a centrocampo da un giocatore fuori categoria, il numero 8 Gyabuaa, che la finale scudetto l’aveva giocata già lo scorso anno con il Parma, prima di ritrovarsi svincolato, corteggiato da mezza Italia (Roma inclusa) e scegliere l’Atalanta. Nato in Italia da giocatori ghanesi, il centrocampista aveva anche trovato il gol, di testa, annullato per un fallo in attacco di Piccoli, che gli aveva fatto la sponda. Il gol buono arriva nel recupero del primo supplementare: tocco laterale di Kichi N’da per Traore che manda a spasso il diretto avversario e lascia partire un sinistro carico d’effetto all’incrocio dei pali. La giocata più bella della partita, insieme alla percussione di Moukam all’ultima azione: Giuliani evita un 3-0 che sarebbe stato decisamente eccessivo.