Giallorossi male, pioggia di fischi ma cambi giusti

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Finisce tra i fischi a tinte giallorosse. La Roma di Mourinho prosegue il ciclo cominciato dopo la sosta con questi risultati: tre pareggi e una sconfitta (in Coppa), arrivando ad avere nove punti in meno rispetto alla criticatissima squadra di Fonseca di un anno fa.

Merito di un Verona quasi “europeo” che per oltre un’ora domina la partita, prima della rimonta dei baby. Insomma, il 2-2 – santificato dalle reti di Barak, Tameze, Volpato e Bove – è giusto, con un dato su cui riflettere in casa gialloblù: sono già 16 i gol subiti nell’ultimo quarto d’ora. Certo, i giallorossi avevano nove assenti a causa del Covid, infortuni e squalifiche, ma occhio a dare alibi: nell’undici di partenza la Roma aveva dieci giocatori nel giro delle rispettive nazionali. Lecito aspettarsi di più.

L’allenatore portoghese in avvio, rinunciando a sorpresa Veretout, conferma la difesa a tre, ma sposta Karsdorp fra i centrali e lascia Cristante in mediana con Oliveira, mentre assegna le fasce a MaitlandNiles e Vina, con Pellegrini in appoggio a Felix e Abraham. ll risultato è un disastro totale, col Verona che, grazie a un 3-4-2-1 assai elastico, prende il comando delle operazioni, inaridendo ogni fonte di gioco che non sia il lancio lungo e scegliendo di giocarsi gli uno contro uno sempre vincenti.

Sono i cambi vitaminici della ripresa – da Veretout ai baby – a far lievitare i giallorossi, che passano prima al 3-4-3 e poi nel finale al 4-2-3-1. Zalewski sgomma a sinistra, ma è Volpato, su azione seguente ad angolo, ad accendere la corrida, anche perché la stanchezza e i cambi fanno arretrare troppo il Verona. Lo stadio s’infiamma al pareggio di Bove, su cui Montipò latita. È il 39’, e ci sarebbe ancora tempo per l’impresa, ma i giallorossi in pratica si spengono lì. Con Roma e Verona alla fine accomunate dai rimpianti.

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