Il Corriere Della Sera (G.Piacentini) – È vero che i gol estivi contano poco o niente, però è anche vero che, soprattutto per un attaccante, fanno sempre morale. Se poi l’attaccante si chiama Edin Dzeko d ha bisogno di recuperare gran parte della fiducia che 12 mesi fa lo accompagnò all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino dove ad attenderlo c’erano alcune migliaia di romanisti in festa, allora il poker realizzato ieri pomeriggio dal bosniaco nella prima partitella della stagione a Pinzolo vanno accolti come un buon segno. Dzeko, che prima dell’allenamento pomeridiano è andato assieme a Luciano Spalletti a firmare autografi, è partito col piede giusto nel suo tentativo di trasformare le critiche e le perplessità in applausi. La missione più importante, però, è riuscire a conquistare l’allenatore, che ad un certo punto della passata stagione ha scelto di sacrificare il centravanti classico sull’altare di un attacco composto solamente da giocatori tecnici e rapidi. Con queste prospettive è logico che la Roma abbia preso in considerazione l’idea di privarsi di una «riserva» da 4,5 milioni di euro netti d’ingaggio e che Dzeko si sia guardato intorno. Offerte soddisfacenti per il calciatore e per la società, però, finora non ne sono arrivate, e allora tanto vale provare a rilanciarsi in giallorosso senza dover ricominciare tutto da capo altrove. Questo non vuol dire che il centravanti non sia più sul mercato, ma è positivo che ci sia la volontà di ricominciare con un piglio diverso rispetto a come si è conclusa la stagione passata.
È invece tutto nuovo per Gerson, diciannovenne brasiliano che la Roma ha comprato a gennaio dal Fluminense strappandolo alla concorrenza del Barcellona e delle più importanti formazioni europee, Juventus compresa. «La Roma è una grande squadra e quando inizia una competizione lo fa per vincere. Il Barcellona? Non ho rimpianti, ho fatto la scelta migliore», ha detto ieri nel corso della conferenza stampa di presentazione a Pinzolo. Gerson, trentanovesimo brasiliano della storia giallorossa, è considerato uno dei migliori under 20 in circolazione e proprio per questo la Roma lo ha pagato tanto (17 milioni di euro). Un prezzo che, insieme alla sua fama, genera parecchie aspettative anche nella tifoseria, che ieri lo ha a lungo applaudito. «Gli elogi e la considerazione mi fanno piacere e comportano tante responsabilità, ma sono pronto e spero di lasciare il segno come hanno fatto prima di me altri brasiliani. Mi piace offrire assist e passaggi decisivi, ma anche provare la conclusione da fuori area. La maglia col 10 è stato un regalo che mi ha fatto felice, l’ho accettata molto volentieri perché è quella di uno dei più grandi giocatori europei». Cioè Francesco Totti, che anche oggi (prevista una doppia seduta) lavorerà a parte a causa di un risentimento ai flessori della coscia destra.