Il Corriere Dello Sport (M.Evangelisti) – Ai sostenitori giallorossi orfani di Miralem Pjanic viene proposto in cambio il ritorno alla piena attività di servizio di Kevin Strootman. Va benissimo, anzi: ma somiglia a togliere la sete con il prosciutto. Pjanic era un creativo dai piedi di seta mentre Strootman, giocatore probabilmente molto migliore del bosniaco se si sommano tutte le caratteristiche, è qualcosa di completamente diverso, un guardiano della soglia dal palleggio razionale, uno zelota del centrocampo dotato di un tale entusiasmo per la causa da viaggiare fino a zone del campo che non gli competerebbero.
FORMALITÀ – Ciò che la Roma si ritrova in questa fase dell’estate è una linea mediana dinamica ed energica. Paredes, Diawara vedremo che fine faranno ed eventualmente che cosa saranno capaci di proporre in materia. Il direttore sportivo Walter Sabatini per parte sua è sicuro di aver risolto il problema alla radice e con largo anticipo. Quando, meno di un anno fa, è andato a prendere Gerson Santos Da Silva meglio noto come Gerson e basta. Dinamico è dinamico visto quanto si è mosso in questi mesi, guidato dal padre Marcao che da cinque anni ha mollato qualsiasi altra attività per curare la carriera del figlio. Assunto dalla Roma nell’agosto scorso, lasciato in prestito al Fluminense fino a gennaio, arrivato in Italia, tornato in Brasile perché a Marcao non interessava andasse in prestito al Frosinone a cancellarsi di dosso lo status di extracomunitario. Ebbene, la Roma ha accettato praticamente tutto perché dopo averlo pagato 16 milioni chiedendo scusa al Barcellona non si può andare troppo per formalità. Educatamente Gerson e i suoi familiari hanno lasciato intendere che la Roma è una stazione di transito verso più magnifiche sorti e progressive, poi si sono corretti. Va bene anche questo, purché Gerson diventi il figlio prediletto che non è stato Pjanic, ormai juventino nel corpo e nell’anima.
MOVIMENTI – Un figlio, per adesso. Se basterà a non sentirsi più orfani lo scopriremo presto. Anche Gerson, come Alisson, sbarca a Roma tra oggi e domani. Ha 19 anni e in Spagna, dov’erano sicuri di cooptarlo nel campionato più tecnico d’Europa attraverso il Barça, già lo definivano il nuovo Pogba. D’accordo, andiamoci piano, anche perché Pogba si staglia in campo come l’asta di una bandiera. Gerson non è piccolo, arriva a 1,84. Ed effettivamente quando sposta in avanti il pallone e sfugge in accelerazione a uno, due o tre avversari alla volta ricorda quel tipo di movimenti. Chiaro che in Italia troverà ad aspettarlo altre fibre muscolari. Trequartista o esterno, per Sabatini è il miglior centrocampista under 20 del mondo. Spalletti gli ha dato un’occhiata a Trigoria alcune settimane orsono e ha sospeso il giudizio. Ultima stagione in Brasile: un gol, poco, e quattro assist, non male.