Quando Luis Enrique entra nello spogliatoio della Roma si sente ancora lo scrosciare delle docce proveniente da quello del Genoa. Si sentono gli applausi dello spogliatoio di Malesani e i sorrisi si mischiano all’odore di bagnoschiuma. Da quello della Roma non proviene nulla. Luis Enrique si chiude la porta alle spalle, si intravede a malapena la faccia di Burdisso. Scura, scurissima. Poco prima aveva dato un calcio a una zolla. Passano dieci minuti, l’allenatore esce e aspetta il suo turno per le interviste. Lo raggiunge Sabatini, scuro in volto come e più di Burdisso. Mentre Palacio, sogno di una notte di mezza estate, firma autografi ai bambini, il diesse spegne la sigaretta e parla per qualche minuto col suo allenatore. Sarà proprio lui, poco dopo in conferenza stampa, a raccontare l’atmosfera nello spogliatoio: «I giocatori erano arrabbiati, ma hanno fatto il loro lavoro fino in fondo. Non so se questo risultatopossa influire sul morale, speriamo che capiti anche a noi di vincere all’ultimo minuto». Nello spogliatoio Luis Enrique ha ringraziato la squadra: poche analisi – ci sarà tempo oggi a Trigoria – soltanto qualche parola per far presente, ancora una volta, ai giocatori di essere sulla strada giusta: «Questo – la sintesi del suo pensiero – è lo spirito che voglio». Quando lasciano Marassi, i giocatori sembrano aver capito il messaggio del loro allenatore. Borriello sorride a qualche inserviente, De Rossi il sorriso lo accenna appena, Osvaldo viene fotografato: la testa però non è bassa, ma alta e fiera.
La Roma riparte da questo. Dal sorriso di Borini che è stremato (un compagno sussurra: «Altre partite a correre così e lo ricoverano»), dagli occhi di Bojan che raccontano la sua delusione (e poi lo dice anche lui «risultato ingiusto, però ricordiamoci che dobbiamo migliorare tanto. Col Milan mi aspetto una grande partita, ci serve vincere») e da quelli di José Angel, il più triste perché ripreso – e duramente – sia dai compagni sia dall’allenatore per tutti i 90 minuti. Era già successo con il Palermo, domenica scorsa: De Rossi lo aveva ripreso per chiedergli una maggiore attenzione in fase difensiva. Oggi Luis Enrique dovrebbe parlarci. Con lui e con tutta la squadra. Insieme, forse, a qualche dirigente. A Trigoria ci sarà sicuramente Walter Sabatini, che ieri sera ha detto: «Il risultato è ingiusto? Non faccio queste riflessioni, posso solo dire che la squadra mi è piaciuta molto di più qui a Marassi, un campo difficilissimo, che contro il Palermo. Dobbiamo trarre giovamento da queste prestazioni e migliorare in tutto, difendendoci per tutto il campo e magari tirando anche di più in porta. Però ripeto, la squadra si è espressa ad alti livelli». Sabatini ha espresso tutta la sua fiducia in quello che riserverà il futuro alla Roma: «Se continuiamo così, di partite se ne vinceranno molte. Potevamo accontentarci del pareggio ma la squadra ha cercato di vincere perché noi a questo allenatore chiedevamo un’inversione di tendenza. Sono contento di come ci siamo espressi». Il diesse ha pos speso delle parole di elogio anche per Borini: «È un ottimo interprete della politica che stiamo adottando».
Il Romanista – Chiara Zucchelli