Genesio, anti-divo promosso per caso: si gioca tutto

Corriere dello Sport (V.Clemente) – Bruno Genesio, a differenza del suo presidente Aulas, non è un uomo mediatico, anzi. Il tecnico del Lione è un personaggio che si tiene ben lontano dai riflettori, se non quando strettamente necessario. Nato, cresciuto e formato a Lione, l’ex centrocampista ha militato nella squadra della sua città dal 1985 al 1995, rientrando poi dieci anni più tardi in società con varie funzioni, tra le quali anche quella di osservatore. Se si eccettuano due esperienze in serie minori, con il Villefranche e il Besançon, Genesio non ha mai davvero ricoperto il ruolo di capo allenatore prima della sua ascesa improvvisa a Lione, avvenuta il 24 dicembre del 2015 dopo l’addio burrascoso del club a Hubert Fournier. Teoricamente, come secondo, avrebbe dovuto traghettare la squadra fino all’arrivo di un nuovo nome importante, ma i risultati messi a segno lo scorso anno gli sono valsi la fiducia di Jean Michel Aulas ed ancora oggi, tra alti e bassi, il rapporto continua a galleggiare.

ASPETTANDO UN BIG – La solidità della panchina di Genesio non può far riferimento al marmo, ma a suo favore gioca sicuramente il fatto che un nuovo possibile allenatore per il Lione, a cui aspira teoricamente Aulas, dovrebbe avere un profilo alto, un nome alla José Mourinho. E allora per il momento l’orizzonte non sembra ancora troppo nuvoloso per Genesio. E’ chiaro che una sconfitta contro la Roma aprirebbe per il tecnico una nuova faglia importante da qui a fine stagione, visto che in campionato non stanno arrivando i risultati sperati e il Lione è ormai distante 15 punti dalla Champions.

QUESTIONE DI STILE – Se l’anno scorso il tecnico aveva bene o male trovato un equilibrio, complice forse anche una maggiore unità della sua squadra, quest’anno i dubbi intorno alle sue scelte si moltiplicano, tanto che i media francesi si domandano se l’incostanza dei risultati sia legata proprio alle scelte di Genesio che, sul piano tattico, variano quasi di partita in partita, senza una vera soluzione di continuità. Il Lione ha iniziato la stagione, anche per sopperire a determinate assenze (Fekir non al meglio), con un 4-3-3: un sistema che non ha portato i risultati sperati viste le sconfitte contro il Digione e il Bordeaux che hanno costretto l’allenatore a varare un 5-4-1 che poi si è trasformato in 3-5-2. Anche quest’ultimo sistema non è durato a lungo e il primo 4-3- 3 è tornato a far capolino, salvo in alcune occasioni in cui è stato il 4-2-3-1 a promuovere un Lione più accattivante.

POLSO DEBOLE – Troppi cambiamenti che ovviamente non hanno giovato all’equilibrio della squadra ma va detto che Genesio ha cercato sempre di adottare la soluzione migliore per venire incontro alle esigenze della squadra. Finendo però poi per pagare tutto questo sul piano personale: gli viene imputato di essere debole, incapace di gestire le anime che si contrappongono all’interno dello spogliatoio. Negli ottavi di Europa League con la Roma sa che si giocherà buona parte del suo futuro. I tifosi hanno iniziato a invocare la sua partenza. E una sconfitta pesante potrebbe farlo tornare nell’ombra dalla quale era emerso poco più di un anno fa.

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