Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Come dice Rudi Garcia: è meglio scegliere piuttosto che essere costretti. La grande abbondanza in attacco – Totti, Ljajic, Iturbe, Ibarbo, Florenzi e Doumbia -, però, porta con se’ un’assoluta novità: anche se convocato e in buona salute, dopo una serie consecutiva di allenamenti in gruppo, Francesco Totti non è sicuro al cento per cento di essere titolare. Non si tratta di uno scadimento di forma del Capitano o di mutate gerarchie dentro il gruppo, visto che Garcia in questo campo è tutto tranne che un rivoluzionario. Sono tre le principali cause della “ novità”: 1) i sei punti guadagnati tra Cesena a Napoli in assenza del capitano; 2) la possibilità che Totti stia bene ma non sia ancora al 100%; 3) il tipo di gioco dei granata. Questo è, probabilmente, il punto più impor- tante.
Ventura gioca con tre difensori centrali di cui almeno due hanno il compito di impostare l’azione. Il Torino non è una squadra che fa particolare pressing ma non si limita alla difesa e contropiede; preferisce, semmai, un moderato possesso palla, pressare alti i tre centrali, da parte della Roma, potrebbe essere la tattica vincente. Difficile, in questo caso, trovare tre giocatori più adatti, per caratteristiche e carta d’identità di Ljajic, Iturbe e Flo- renzi. Cioè i tre scelti contro il Napoli. L’emergenza in difesa sul lato destro – Maicon ancora lontano dal rientro, Torosidis squalificato – costringerebbe Garcia a far giocare Yanga Mbiwa terzino, un ruolo che, secondo il tecnico, «ha fatto spesso nel campionato francese, anche se il suo posto ideale resta quello di centrale». Per questo l’ipotesi di Florenzi ter- zino resta valida, con ovvie conseguenze sulle scelte offensive.
La trasferta di Torino non è una partita qualunque, né per il presente né per il recentissimo passato. La Lazio a un solo punto di distanza, impegnata in casa contro l’Empoli, rende quasi obbligatoria la vittoria, anche se contro questo Torino, una delle squadre più in forma del campionato, in altre circostanze sarebbe stato buono anche un pareggio. Proprio all’ex Comunale, nel campionato scorso, la squadra di Garcia conobbe il suo primo pari dopo 10 vittorie consecutive. Fu un 1-1 contestatissimo per un fallo di Meggiorini su Benatia, non fischiato, in occasione del pareggio di Cerci e per un rigore non concesso per fallo in area subito da Pjanic. Un campo difficile, un avversario tosto e un allenatore (Ventura) odiato dai tifosi romanisti. Ma per Garcia, dopo i problemi tra squadra e curva, va bene così: «Meglio giocare in trasferta? L’ho detto dopo Roma-Napoli e non cambio idea, lo dicono i numeri. Però prendo quello che è successo tra squadra e curva come i litigi di due innamorati. Può capitare quando c’è di mezzo una grande passione». Un modo astuto di uscire da un problema che, negli ultimi tempi, è stato sentito da parecchi giocatori. Un modo per chiedere una tregua nel momento più importante della stagione. Gli ultrà ascolteranno Garcia?