La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Sette partite in 23 giorni, un pezzo di stagione già in bilico. Da oggi fino all’8 novembre, il giorno del derby. Un ciclo in cui la Roma avrà risposte importanti, per capire se poter davvero sognare o meno. Sette partite in cui Garcia affronterà tutte e tre le squadre che la precedono in campionato (Fiorentina, Inter e Lazio) e si giocherà il passaggio del turno nel doppio confronto diretto di Champions con il Leverkusen. Si comincia oggi con un Empoli che ha tanti problemi e meno individualità della Roma, il primo passo per un tour de force lungo più di tre settimane.
BALLOTAGGIO – «Per vincere dovremo essere al 200%, l’Empoli ha tanta qualità — dice Garcia — Avremo bisogno di tutte le nostre forze per questo ciclo di 7 partite». Già, e allora ecco che affiorano un po’ tutti i dubbi che il francese si porta dietro da un po’: mettere dentro Maicon e Castan? Far riposare Pjanic e Nainggolan, che non si fermano da due mesi? Nodi che Garcia scioglierà questa mattina, anche se ieri su Castan è stato chiaro: «In queste 7 gare avremo bisogno di lui e di Rüdiger. Antonio è pronto, è guarito dal problema al ginocchio. Con Leo ho un rapporto particolare, è quasi come un figlio, sarò il primo a essere felice quando sarà tornato al 100%. Sta migliorando, ma manca ancora del ritmo, la bacchetta magica non esiste. Parliamo molto, lui sa che sono onesto. Quando sarà di nuovo il migliore, tornerà a essere importante». Tradotto, Castan non è ancora pronto. Ecco perché Rüdiger per oggi è favorito, nonostante abbia ripreso ad allenarsi solo da inizio settimana. «Dopo 5 giorni di allenamento con la squadra sto tornando al 100% — dice il tedesco — Le cose si stanno muovendo per il verso giusto».
L’OMBRA DI CONTE – Garcia, però, in queste sette partite si gioca molto, anche un po’ del suo futuro. Dovessero andar bene sparirebbero di colpo molti dubbi e alcune inquietudini, viceversa la situazione potrebbe diventare critica (in vista della prossima stagione). Con l’ombra di Conte sempre lì, a togliergli il sole da dosso. «Antonio sta facendo grandi cose in Nazionale, in passato siamo stati avversari e fa parte del gioco stuzzicarsi. So che qui serve vincere, altrimenti ci sarà sempre qualcuno insoddisfatto. Ma non è così che si costruiscono le vittorie future». Di certo, le parole di Pallotta in tal senso sono state chiare, la Roma è pronta per vincere lo scudetto. «La favorita resta la Juve, noi ci impegneremo per sovvertire i pronostici. Quando gioco lo faccio sempre per vincere, nella mia professione come nella vita privata. Ma per raggiungere un traguardo così importante è necessario non avere infortuni gravi come quelli di Castan e Strootman». Per Pallotta, evidentemente, la Roma è pronta lo stesso però.
EQUILIBRIO – E allora si parte oggi, contro un Empoli che anche lo scorso anno all’Olimpico fece soffrire da matti la Roma. Prima in Coppa Italia, con i giallorossi che passarono il turno (2-1) solo ai supplementari con un rigore che alzò un polverone. Poi in campionato, con uno dei tanti pareggi (1-1) di quella Roma. Obbligatorio trovare finalmente un equilibrio. «Se vinciamo tutte le partite per 4-2 mi sta bene, con trentotto 0-0 si va in B. Dobbiamo trovare equilibrio, è vero, ma quello che voglio è che la squadra non perda mai la voglia di attaccare». Soprattutto in queste 7 partite, un ciclo che può cambiare il futuro dei giallorossi.