La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – L’attesa per tre giocatori in altrettanti ruoli chiave, un obiettivo almeno sulla carta più soft rispetto a quello dello scorso anno e una vita tutta nuova nella Roma. Rudi Garcia si prepara così al primo impegno stagionale, quello che oggi pomeriggio (a Pinzolo, ore 17) vedrà la sua terza Roma contro gli ungheresi del Gyirmot Gyor. Una partita in cui ci saranno tanti giovani, qualche assente forzato (Florenzi) e qualche rientro doc, tra cui quelli di Castan e Maicon.
MERCATO IN STAND-BY – Proverà tante cose oggi, tra cui Iago Falque, finora l’unico arrivo in casa giallorossa. In un mercato che latita, almeno una ciliegina di suo gradimento. «È arrivato solo lui, ma è il tipo di giocatore che voglio, mi piace tanto. Dzeko? Aspettiamo dei giocatori e li prenderemo. Sul mercato non bisogna avere fretta, sono certo che avremo una squadra competitiva. Cerchiamo tre ruoli specifici». Detto che uno è il centravanti (Dzeko, appunto) e l’altro il terzino sinistro (Baba), il terzo balla tra il portiere ed il centrocampista. Anche se poi, alla fine, la Roma prenderà tutti e due, un numero uno da affiancare a De Sanctis ed uno in mezzo al campo, in attesa di capire la nuova vita di Strootman e Keita. E aspettando anche di vedere come andrà a finire la vicenda-Romagnoli. «Lo considero un giocatore importante della rosa», chiosa Garcia.
LOW PROFILE – Ma quella di oggi sarà anche la prima partita dopo le parole – pesanti – di Garcia a fine campionato. Parole che hanno portato alla replica di Pallotta («Ha sbagliato a dire quelle cose»), che ieri Garcia ha accettato così: «Nella vita tutti sbagliano, l’importante è farlo il meno possibile e questo è il mio obiettivo stagionale. Di certo, da quando sono qui le cose non sono cambiate, non sono né più debole né più forte di prima». Nessun depotenziamento allora, almeno a parole. I fatti, però, ci dicono che il Garcia alla Ferguson, quello sbandierato anche da Pallotta, è evaporato. Tanto che la società ha deciso di cambiargli il preparatore atletico. «A gennaio avevamo deciso di migliorare le strutture, perché la crescita non deve esserci solo sulla squadra. Chi è andato via, Rongoni ed i dottori, erano ottimi professionisti, ma abbiamo optato per altre scelte. Tutto ciò per avere meno infortuni». Per questo sono arrivati Darcy Norman ed Ed Lippie. «Ognuno ha le sue sfere di competenza: Ed lo conoscevo, Darcy lo sto facendo ora, mi piace il suo buon senso. Come mi piace il fatto che si fermi ogni volta a spiegare ai giocatori cosa fanno». E allora bisogna solo aspettare che si piacciano davvero. Ma il low-profile del nuovo Garcia è testimoniato anche dagli obiettivi. Stavolta non si parla più di scudetto, almeno esplicitamente. «L’obiettivo è confermarsi in Champions, anche se da outsider proveremo a dar fastidio alla Juve. Io sono ambizioso, ma le ambizioni sono diverse dagli obiettivi». Aspettare per capire.