«Nemmeno mi ricordo chi dobbiamo affrontare in coppa». E’ vero che Rudi Garcia, venerdì scorso, lo ha detto con un sorriso largo così. Un po’ piacione e un po’ furbetto. Ma il francese quei rivali proprio non li può dimenticare. Perché il Cska Mosca è stata la compagna della sua prima notte in Champions. Esattamente tre anni fa, quando la Roma era già fuori dall’Europa League, iniziando la lunga astinenza continentale. Sarà la sua prima avversaria anche da tecnico giallorosso, domani sera all’Olimpico, come quel 14 settembre del 2011, da allenatore del Lille campione di Francia, al Grand Stade Metropole.
INCROCI PERICOLOSI – La partenza di Garcia non fu vincente: 2 a 2 contro i russi, nonostante il doppio vantaggio con Sow e Pedretti. I gol del Cska, invece, hanno la firma di un giocatore che è ancora tesserato per il club di Mosca: Seydou Doumbia, 26 anni, attaccante ivoriano e partner in nazionale di Gervinho. Uno che, insomma, conoscono bene a Trigoria e anche fuori, per le 45 reti realizzate con la maglia della squadra moscovita in 71 gare. Ma non è tutto.
Il Lille conquistò poi i 3 punti sul campo del Cska (2 a 0) che però ebbe in regalo la qualificazione (si piazzò seconda nel girone) dall’Inter di Ranieri già agli ottavi da prima: il 7 dicembre 2011 i russi passarono 2 a 1 a San Siro. Al successo di Milano, seguì poi il lungo digiuno: è quella l’ultima vittoria in Champions del Cska e, coincidenza curiosa, l’arbitro della gara di Milano era proprio lo spagnolo David Fernández Borbalán che dirigerà pure la sfida di domani sera all’Olimpico. Lo scaramantico Garcia, di sicuro, si è appuntato sul suo diario di viaggio quei precedenti. Più che per prendersi la rivincita sull’ospite di coppa, il francese vuole una partenza migliore e in assoluto un percorso diverso. Quella volta chiuse da ultimo con il Lille, dietro addirittura al Trabzonspor.
FORZE FRESCHE – Rudi sa che questa Roma è più forte del suo Lille campione. Ecco perché, nonostante il gruppo E sia certamente più complicato per la presenza di big come il Bayern Monaco e il Manchester City, il francese è convinto che la Roma possa recitare da outsider, ruolo che l’anno scorso, in campionato, ha portato il gruppo giallorosso a sfidare la Juve per il titolo. Il massiccio turn over varato sabato al Castellani, anche pesando il valore dell’Empoli che è comunque una neopromossa, va letto come messaggio esplicito che l’allenatore e la società hanno inviato ai giocatori. L’abbondanza della rosa permette una rotazione del genere, utile tra l’altro a coinvolgere il maggior numero di giocatori. Ma visto che, come ha detto pubblicamente giovedì scorso pure il ds Sabatini, il Cska «è l’avversaria più forte, in questo momento, del girone», diversi titolari sono stati risparmiati proprio per il debutto in Champions. Addirittura il tridente migliore, quello già visto contro la Fiorentina, nella prima di campionato, con Totti affiancato da Iturbe e Gervinho. A parte lo squalificato De Rossi, il convalescente Strootman e l’infortunato Castan, in campo vedremo i migliori.
RICCHEZZA E PRESTIGIO – Iniziare bene è fondamentale. Anche in questo senso l’esperienza di Garcia con il Lille può essere utile alla Roma. Che, al ritorno in Champions dopo tre anni, non vuole sfigurare, mandando un avvertimento alle grandi rivali. Non sui sente la Cenerentola della coppa. Se è ambizioso l’allenatore, lo sono anche i giocatori. E la proprietà. Che finalmente potrà contare sui ricavi che vengono dalla partecipazione al più prestigioso torneo continentale. La società giallorossa ha già incassato 38 milioni (grazie ai 10 milioni e 700 mila ricevuti dopo l’eliminazione del Napoli nei preliminari). Poi, per ogni vittoria, si incassa 1 milione di euro, mentre il pareggio ne vale 500 mila. In più il botteghino: l’obiettivo è vedere all’Olimpico almeno 45.000 spettatori.
Il Messaggero – U.Trani