Il Messaggero – Garcia, è il momento delle scelte pesanti

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Quella volta, pesci in faccia; stavolta amore a oltranza. Passano gli anni, cambiano gli stati d’animo e forse uguale resta il risultato: 7-1 sette anni fa a Manchester, 1-7 martedì con il Bayern. Spalletti è stato costretto a presentare in sala stampa tutta la rosa al completo per chiedere scusa pubblicamente; Garcia non ne ha bisogno, perché la sua Roma ha guadagnato un credito che va oltre certe batoste. La truppa di Spalletti, la mattina dell’appuntamento successivo, si è ritrovata in una Trigoria invasa da carote. Un messaggio in codice: conigli. Recepito, incassato e poi respinto quando i giallorossi in pochi minuti hanno demolito la Sampdoria all’Olimpico.

Quattro a zero, doppietta di Totti, gol di Ferrari e Panucci. Con Chivu a dirigere la reazione di tutti, saltellando, appunto, come un coniglio. L’allenatore di Certaldo, sette anni fa, cercò di rimandare in campo più o meno gli umiliati dell’Old Trafford. Non aveva più Cassetti e ha recuperato Perrotta; Tonetto non c’era prima e non c’era dopo. Hanno pagato, forse, i soli Wilhemsson e Vucinic, abulici più degli altri contro Cristiano Ronaldo & company. Qualche anno prima, significativa una frase di Liedholm il quale, dopo una batosta simile e alla domanda “spera di recuperare qualcuno per la prossima?”, ha risposto, serafico: «Spero di recuperare chi ha jocato stasera…». Ecco, appunto. Forse è questo il problema di tutti, quindi anche di Rudi.

 

 

LE SCELTE DELLA TESTA –  C’è di nuovo la Samp sulla strada della Roma, anche se a Marassi e la differenza non è di poco conto. Stavolta, con la passione del pubblico riscontrata martedì sera, sarebbe meglio provare a reagire con l’aiuto del pubblico amico. Garcia è in un momento difficile, di scelte pesanti: c’è il sogno scudetto da non frantumare. Resettare tutto e lavorare sull’aspetto psicologico di chi è andato a sbattere contro il Bayern oppure continuare il discorso turnover come se nulla fosse successo? Questo è il problema. Intanto va detto che domani sera a Marassi non ci sarà sicuramente Manolas, quindi là in mezzo uno “nuovo” ci dovrà essere per forza. E soprattutto vista la perdurante indisponibilità di Castan (ieri primi giri di campo senza avvertire giramenti di testa, nei prossimi giorni altri controlli), al centro della difesa rivedremo Astori. Torosidis dovrà fare il bis, perché Maicon tornerà in campo tra una decina di giorni. Poi, che ragionamento farà Rudi sul devastato Cole? L’inglese è uscito malconcio dalla sfida con il Bayern, ha bisogno di ritrovare sicurezza e un altro passo falso lo atterrerebbe definitivamente. In più c’è un discorso tattico: senza Maicon a destra, sulla fascia sinistra ci sarà bisogno di maggiore spinta, ecco perché appare più adatto Holebas, al netto delle questioni psicologiche. A centrocampo quei tre erano e quelli saranno, a meno che Garcia non cambi modulo e ne tenga solo due, lasciando fuori uno tra Pjanic (domani per lui sono 100 in serie A) e Nainggolan (per Strootman ieri prima partitella in famiglia come neutro). Keita è tornato ad allenarsi sul campo. Davanti c’è da ragionare sulle condizioni fisiche di Iturbe, non ancora al meglio e di Totti, uscito dopo quarantacinque minuti martedì sera. A chiedere spazio ci sono Florenzi, Ljajic e Destro, pronti a venire in soccorso a chi ha vissuto le ultime notti insonni. Discorso a parte merita il portiere. De Sanctis o Skorupski? Un dubbio che ci sta.

Il Messaggero – A. Angeloni

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