Lui il segnale l’aveva dato, componendo un undici poco lontano da quello titolare, ma la sua Roma non l’ha colto e sta crollando sotto gli occhi di tutti. Garcia non può più nasconderlo e ammette una carenza di gioco, mentre fa il timido di fronte alle immagini di un rigore decisamente generoso: «In Coppa la cosa più importante è qualificarsi. Abbiamo fatto più di 30 tiri in porta, la finalizzazione non è andata bene, ma alla fine siamo passati e conta questo. Mi hanno riferito che il rigore è netto, per me c’è. È difficile capire se il nostro giocatore tocca il pallone prima del loro, di sicuro Paredes viene colpito. L’arbitro è in ottima posizione per giudicare, perciò dobbiamo fidarci. Possiamo parlare anche di calcio poi?».
Di calcio se n’è visto poco, in verità. Rudi striglia gli attaccanti poco produttivi, ma non si dimentica di riprendere anche la difesa: «Ci sono sempre cose da migliorare, abbiamo adottato un nuovo modulo e sul piano difensivo ci sono cose da rivedere: sarà mio compito lavorarci fin da subito. Sul piano fisico stiamo bene, sul gioco c’è da fare qualcosa di meglio, soprattutto in attacco. Poi capita di trovarsi di fronte un portiere bravo».
Non è solo questione di gol presi e gol mancati, c’è un altro aspetto: «La squadra dovrebbe giocare con più entusiasmo. Mi aspettavo di più». Da Destro in particolare, visto che è il finalizzatore. Stuzzicato sul mercato, Garcia preferisce affidarsi all’ironia dopo aver ribadito che «Mattia sarà un giocatore della Roma. Jovetic? Mi piacciono tutti quelli del City perché sono forti, anche Aguero, Dzeko». L’unico pensiero ora è al campionato: «Abbiamo avuto la brutta idea di giocare 30 minuti di più, ma per fortuna la Fiorentina gioca dopo di noi». La stretta di mano con Sarri c’è stata, ma il tecnico dell’Empoli si è auto-sospeso lasciando la panchina dopo il rigore: «Ho pensato quello che ha pensato tutto lo stadio». Tranne Garcia.
Il Tempo – E. Menghi