Libero (F. P. Giordano) – Il paradosso, per Dzeko, è che quel gol alla Juve, nella sua prima gara ufficiale all’Olimpico, sarebbe stato meglio non farlo. Perché ha scatenato nei tifosi romanisti una cieca fiducia nei confronti dell’attaccante bosniaco, più di quanto non avesse fatto un’accoglienza da star al suo arrivo a Fiumicino: questo, le porte, le spacca. Peccato che, dopo il gol ai bianconeri, Dzeko sia rimasto a secco, complici anche i problemi fisici nelle scorse settimane. La sua prova contro l’Inter è stata emblematica, in modo preoccupante: statico, movimenti facilmente leggibili, tagliato fuori dal gioco. Per un calciatore da 4,5 milioni annui, vero fiore all’occhiello della campagna acquisti di Pallotta, un po’ pochino. Così tutti aspettano lui, nella serata cruciale della Champions giallorossa: contro il Bayer Leverkusen (diretta Canale 5 alle 20.45), in un Olimpico in cui si attendono appena 30mila spettatori, serve solo la vittoria. In primis, per smuovere lo “zero” dalla voce successi, e poi per scavalcare in classifica proprio i tedeschi. Solo così, dopo il 4-4 di due settimane fa, si potranno mettere le basi per la qualificazione. «Non abbiamo scelta», ammette Garcia, che conferma il rientro di De Rossi in mezzo al campo.
Garcia e Dzeko, per giunta, hanno in comune un feeling con la Champions non particolarmente felice. Il tecnico francese ha vinto solo il 14% delle partite in Europa nella sua carriera, a fronte del 50% di cui è forte nei vari campionati. La sua Roma formato continentale, poi, ha vinto solo una delle nove partite disputate. Agli scarsi risultati, si aggiunge un approccio sbagliato nelle tre gare fin qui disputate: sei degli otto gol subiti sono tutti arrivati nella prima mezzora (4’, 8’, 12’, 19’, 21’ e 30’). Dzeko, dal canto suo, non è mai stato prolifico in Champions: solo 7 gol in 32 partite, distribuiti con le maglie di Wolfsburg e Manchester City. Ecco: spezzare il digiuno, stasera, sarebbe l’ideale, per lui e per Garcia. Il tecnico francese eviterebbe pure di finire sul banco degli imputati per le prove opache del bosniaco: dopo i fallimenti di Destro e Doumbia (sette gol in due lo scorso anno), la Roma ha terribilmente bisogno di uno che la butti dentro.