Ingaggiare un top player prima che arrivino limitazioni agli acquisti da parte della Uefa: è una strategia con cui la vecchia gestione del Milan ha flirtato a lungo, prima del cambio di rotta voluto dal fondo Elliott. Come scrive La Gazzetta dello Sport, nelle ultime ore c’è stata un’accelerazione: Gandini è pronto a lasciare la poltrona di amministratore delegato della Roma, risolvendo il contratto coi giallorossi. Gandini è stato il volto, la figura rossonera che commentava a caldo i sorteggi Champions a Montecarlo, è stato l’uomo che ha avuto a che fare con Nyon centinaia di volte. Con Gandini la credibilità s’accresce ulteriormente, alle porte c’è il prossimo round con l’Adjudicatory Chamber, a cui il Tas di Losanna ha rispedito il faldone Milan chiedendo un castigo più «proporzionato». Poi si andrà all’Investigatory Chamber, competente per l’eventuale definizione di un Settlement Agreement, o magari di un Voluntary. È la vera partita europea del Milan, perché paletti troppo severi limitano non solo la possibilità di arrivare al vertice, ma anche quella di restarci. E Gandini lo sa bene, visto ciò che sta capitando alla Roma, semifinalista di Champions e obbligata ugualmente a vendere pezzi pregiati.