GAZZETTA DELLO SPORT – La lettera di Adriano Galliani alla Federcalcio è partita puntualmente ieri mattina: «Caro Carlo, dopo l’ennesimo episodio di “goal non goal” verificatosi domenica durante la gara MilanUdinese, non dubito sia giunto il momento, quanto meno per la Serie A, di dotarsi di un sistema tecnologico di lettura certa e sicura di episodi come questo. Come certamente sai, l’IFAB consente dal 2012 di ricorrere alla Goalline Technology (GLT) e la FIFA si è subito allineata con la circolare 1315 del 3 agosto 2012 e con il successivo Quality Programme for GLT, che raccoglie e disciplina i limiti e parametri cui ogni Federazione deve attenersi… Credevo prima, e continuo oggi sempre più fermamente a credere che un intervento nello stesso senso anche da parte della FIGC non sia più differibile: è indispensabile per aiutare i direttori di gara nella valutazione di episodi determinanti e per evitare che un errore umano agevolmente evitabile vanifichi il grande lavoro che sta dietro l’organizzazione di una competizione importante come il Campionato di A. In attesa di tuo riscontro, che confido positivo, ti ringrazio dell’attenzione e ti saluto molto cordialmente».
L’APERTURA E I COSTI Il Carlo destinatario della lettera è naturalmente Tavecchio, presidente della Figc. Da Roma non arrivano risposte ufficiali, ma ufficiosamente è già emerso un assenso convinto rispetto alla necessità di trovare in tempi brevi una soluzione. C’è quindi una sostanziale apertura nei confronti dell’introduzione della tecnologia per risolvere la questione del golnon gol. Naturalmente vanno studiate le tempistiche e le forme. L’obiettivo è quello di dotare la Serie A della Goalline Technology a partire dalla prossima stagione. Resta da vedere se sarà proprio il Consiglio Federale a fissare le linee guida o se delegherà alla Lega Calcio. Uno dei problemi da affrontare è quello dei costi. Per dotare uno stadio della Goalline Technology servono circa 200.000 euro: a Milano, tanto per fare un esempio, Milan e Inter potrebbero dividere le spese; a Cesena, tanto per fare un altro esempio, i costi graverebbero interamente su una piccola società. Insomma, anche questo è un tema che andrà affrontato. Ma ormai la macchina si è messa in moto.