“Dai tifosi delle curve mi aspetto che tornino allo stadio a tifare e rispettando le regole. C’è un mal interpretato senso di identità. E’ come se il tifoso della Curva valesse più degli altri, tifasse più degli altri”. Con il derby alle porte, il prefetto Franco Gabrielli non evita certamente di ‘toccarla piano’ durante l’intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport’. “Per questa gente la curva è casa loro. Invece no. E’ un ragionamento – prosegue Gabrielli – di grande buon senso e io ho già detto che è un peccato avere le curve vuote. Io ribadisco che queste misure non hanno la minima natura punitiva. Ma semmai preventiva”.
Incalzato sul perché queste misure siano state adottate solo a Roma: “Con una certa intrinseca negatività di Roma bisogna fare i conti per metterci mano, purtroppo. Le pungicate sono successe a Roma. E se proprio devo dirle, i derby con gli incidenti a Ponte Milvio sono quelli senza barriere. Quindi il concetto che la barriera alza il livello dello scontro non è vero”. Sul perché non si sia preferita la presenza degli steward anziché delle barriere: “Quello degli steward è un tema sul quale in Italia dobbiamo fare ancora un percorso. In taluni casi sono proprio loro che ci dicono di non voler rischiare. E certi servizi di polizia sono stati implementati per sopperire ad altre carenze”.
Stoccata, infine, sulla poca collaborazione da parte delle società: “C’è stato atteggiamento e atteggiamento. Lotito è stato molto più collaborativo, la Roma ha solo subito”. “Io non mi posso preoccupare della strategia di marketing della Roma – ha detto il prefetto rispondendo riguardo all’apertura da aprile degli abbonamenti, quando la riunione con la prefettura è stata effettuata a giugno – Le regole sono regole. Noi abbiamo aspettato l’ultimo impegno stagionale. Dall’altra parte si pensava ‘vabbé, fanno così, ora arriverà la telefonata e cambia tutto’. E sono arrivate le telefonate. Quando hanno visto che non servivano si sono adeguati”.
Sulla possibilità di dialogare con i tifosi delle curve: “Io dialogo con tutti, quindi… Se però vogliono non avere i filtraggi e rifiutano alcun tipo di controllo in curva, che confronto sarebbe? Il discorso non può essere: “Rimuovete le barriere e noi ci comportiamo bene”, non funziona così. Tornate allo stadio, comportatevi bene e state nelle regole, continuativamente. E le barriere poi non sono di cemento armato, si possono anche togliere. Questo è stato il frutto di una situazione di totale anarchia, senza steward. Diversamente non avrei mai approvato un piano del genere. Derby di notte? In questo clima di tensione meno che mai”.