La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – Il 15 giugno è domani. Ma per lo stadio della Roma ieri è stata la giornata dei commenti negativi. Solo critiche, sarebbe il titolo. Critiche da due architetti di grande fama. Uno è Paolo Portoghesi, che ha definito l’impianto di Tor di Valle «un errore clamoroso, una vera follia. Non ha nessun rapporto con Roma, è un insulto alla tradizione della città. La posizione è sbagliata, l’impianto costituirà un pericolo di blocco del traffico che va a Fiumicino e che è già notevolmente complicato». E uno. Il secondo affondo è quello di Massimiliano Fuksas, l’«archistar» della Nuvola in stand-by. Non nuovo a stoccate sul tema, ieri Fuksas ha tenuto a sottolineare su Tor di Valle: «L’idea copre un grande sviluppo speculativo. Se fosse uno stadio solo della Roma sarei felicissimo, ma secondo me è marginale rispetto al progetto. Tre grattacieli, centri commerciali, uffici: un bel quartiere in cui lo stadio non c’entra nulla. Fare uno stadio, un centro dello sport, un museo dello sport e del calcio e attività commerciali legate al calcio è giusto, il resto sono i soliti affari di famiglia».
Affari che magari un giorno nasceranno tra Fuksas e Claudio Lotito. «Progettare uno stadio per il presidente della Lazio? No, con lui sarebbe troppo difficile intendermi economicamente», disse una volta Fuksas. Forse le cose sono cambiate, se è vero che i due sono stati a colloquio per oltre un’ora. L’incontro risale a mercoledì della scorsa settimana, primo pomeriggio, nello studio dell’architetto nei pressi di Campo de’ Fiori. Interessi comuni, dicono i bene informati. Chissà se legati più al calcio o alla politica. Politica che aspetta l’arrivo a Roma di James Pallotta. Il presidente sarà presto nella capitale, non fosse altro che per partecipare all’evento del 15 giugno: quel giorno la Roma presenterà in Campidoglio il progetto definitivo legato a Tor di Valle. Al netto delle critiche, non sarà un passaggio di poco conto.