Leggo (R.Buffoni) – «Io resterei qui altri 25 anni…». Francesco Totti parla, finalmente. Lo fa al centro del campo di uno stadio Olimpico pieno di passione e di lacrime. Nemmeno lui le trattiene quando in campo entrano Cristian, Chanel e Ilary con in braccio Isabel. La sua famiglia lo è andato a prendere per mano, per accompagnarlo là dove lui non avrebbe mai voluto andare: fuori dal campo. Per sempre. Oddio, nemmeno ieri Totti è stato chiarissimo circa il suo futuro. Ha chiesto col cuore in mano leggendo una lettera al centro del campo: «Tifosi, ora siete voi che dovete aiutare me. Perché ho paura…». È umano. Se veramente appenderà gli scarpini al chiodo lo attende una vita nuova, della quale non sa nulla, per quanto fosse stato costretto a pensarci da una società irremovibile nel considerare questo che scade il 30 giugno «l’ultimo contratto da calciatore».
Accetterà di affiancare il direttore sportivo Monchi? Vedremo. Intanto la Roma chiude un’epoca durata 24 anni, più di un quarto dell’intera storia giallorossa che quest’anno batte 90. Addio Totti, ciao Spalletti. Il tecnico è stato sommerso dai fischi: i tifosi non gli hanno perdonato l’ultimo sgarbo ovvero il rinfaccio dei rigori sbagliati da Totti 10 anni fa quando tutti ne stavano celebrando le gesta. La gente lo ha considerato un intruso, lui prossimo interista. Lo sostituirà Di Francesco, che troverà una Roma in Champions ma probabilmente a un nuovo anno zero dal punto di vista tecnico. E la troverà senza Emerson, a cui ieri sono saltati i legamenti crociati del ginocchio sinistro. Il sesto infortunio del genere negli ultimi 12 mesi a Trigoria. Una vera maledizione.