Era uno scherzo, dicevano. Uno sfottò, una battuta un po’ strafottente, di quelle per cui i Romani vanno matti. Era solo tre mesi fa, quando la Roma annunciò la firma di Rudi Garcia. «Chi ? Garcia ? Il Sergente Garcia, quello di Zorro ?», aveva buttato lì, con modo falsamente interrogativo a manifestare tutta la sua perplessità, Maurizio Gasparri, politico romano e grande tifoso giallorosso. Dopo sette giornate di Serie A, l’ex-ministro si guarderebbe bene dal prendre in giro il coach francese. Del resto, nessuno potrebbe permetterselo. Il repertorio delle battute ormai serve solo per rendergli onore. Come questo tifoso romano che su twitter chiude il cerchio : « Questo Sergente Garcia beccherebbe Zorro senza problemi ! »
Perché Monsieur Rudi ha realizzato una cosa «pazzesca », completamente folle, e, aggiungeremo, storica a queste lattitudini: sette vittorie in sette giornate, 20 gol segnati e uno solo subito, meglio della Roma di Fabio Capello, quella del terzo ed ultimo Scudetto, nel 2000-01 (6 vittorie, una sconfitta, 19 gol fatti e 7 subiti). Tutta la città è ammaliata ed è scoppiata una vera «Rudi mania», col pazzesco amplificatore delle famose radio romane, quelle dove si parla calcio e Roma in continuazione.
«LA REINCARNAZIONE DI LOBANOVSKIJ» – E i social network non stanno a guardare, con aneddoti e commenti a profusione. Per alcuni, l’apporto dell’ex-allenatore del LOSC sconfina quasi nel mistico, come sottolinea, con humour, questo tifoso su twitter, riferendosi al 5-0 dell’Olimpico col Bologna : «Garcia chiede di bagnare il campo e pochi minuti dopo scoppia il diluvio… E’ chiaro : a Roma commanda proprio lui ! »
Non vogliamo imaginare cosa si potrà scrivere su di lui se la Roma dovesse battere il Napoli nella partitissima di venerdi sera, portando ad otto la serie di vittorie, ad una lunghezza sola del record assoluto di Fabio Capello con la Juve (9 vittorie nel 2005-06)…
E dire che l’esperienza romana era iniziata molto diversamente per la « reincarnazione di Lobanovskij » (così Sebastiano Vernazza, Gazzetta dello Sport, dopo il 3-0 in casa dell’Inter, il 5 ottobre). Media e tifosi l’avevano accolto con setticismo. E’ quello che ci spiega Mario Corsi conduttore della trasmissione radiofonica piu seguita dai tifosi della Roma (« Te la do io Tokyo » su Radio Centro Suono Sport) : « quando Rudi è arrivato, il romanisti erano perplessi. Sapevano delle ottime cose fatte in Francia, dell’accoppiata scudetto-coppa col Lilla, ma dubbitavano della sua capacità di imporsi in Serie A. E poi c’era il fatto che era percepito come una terza scelta, dopo il lungo tira e molla con Allegri e Mazzarri.»
«FATELI FELICI !» – Ma Rudi Garcia ha convinto tutti in fretta. A cominciare dai suoi giocatori. Ne è stato testimone privilegiato Sebino Nela terzino della Roma scudettata 1983, in occasione del ritiro dolomitico di Brunico. « Pure io, lo devo ammettere, ho nutrito dubbi su di lui, spiega quello chi i tifosi chiamavano Hulk. Ma poi sono stato al ritiro estivo. Ho parlato con i giocatori: hanno manifestato tutti, nessun escluso, grande entusiasmo nei confronti di Garcia. E non è cosa da poco visto che nel recente passato ci sono stati problemi seri e ripetuti fra squadra e allenatori. Garcia li ha conquistati tutti in pochi giorni, trovando il tempo di parlare con loro uno per uno. »
Il Francese ha anche lavorato parecchio sulla psicologia del gruppo e sui rapporti con i tifosi. «Dopo la traumatica sconfitta in finale di Coppa Italia, la squadra si è trovava in debito con i tifosi, sostiene Mario Corsi. Garcia si è dimostrato estremamente intelligente evitando che si facessero mangiare dalla tensione. Al contrario, ha « lavorato » i suoi giocatori ai fianchi per fare sparire ogni complesso e restituire sensazioni positive ai tifosi. ”Rendeteli felici !” ha detto ai suoi. Il gruppo ha guadagnato in fiducia e la cosa si è tradotta subito in campo. »
Il derby del 22 settembre, vinto 2-0 con la Lazio, è un momento chiave di questa stagione che si preannuncia molto interessante. La gara ha anche confermato l’immagine positiva e solida che di Garcia aveva il popolo giallorosso, galvanizzato alla vigilia della stracittadina con un « il derby non si gioca, si vince. » A trionfo avvenuto, il tecnico ha fatto gongolare i cuori con « abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio ».
«COME UN TORERO ALLA CORRIDA» – Ma Rudi Garcia alla Roma non è solo un fatto di belle parole scelte a proposito. C’è una squadra che gira a meraviglia, solidale e spettacolare. E terribilmente efficace. Soprattutto questo colpisce Antonello Venditti, star della canzone leggera italiana, tifoso da tempo immemorabile di una Roma per la quale ha scritto l’inno leggendario « Grazie Roma » : « Tatticamente, Garcia mi affascina. Ha messo in piedi una squadra che gioca col cuore ma soprattutto col cervello. Ognuno dà quello che ha e lo fa per la squadra, le qualità di ciascuno sono al servizio di tutti. La Roma è in ottima forma, a dimostrazione dell’eccellente lavoro di preparazione di quest’estate. E non è un caso se facciamo spesso la differenza nel secondo tempo. Come un torero in una corrida sfianchiamo gli avversarsi, prima di dare la stoccata ! »
« Ha lavorato enormemente sul colletivo – prosegue Sebino Nela – in modo che ciascun giocatore esprima al massimo le proprie qualità. L’attività sfrenata degli esterni, che non smettono di attaccare e difendere, rende molto l’idea dello spirito vincente di questa Roma. Senza parlare di Totti, meraviglioso per come dà la piena dimostrazione del suo immenso talento nel cuore del gioco, in perfetta sintonia con la squadra. »
Gia paragonato a Nils Liedholm, il leggendario allenatore della Roma 1983, per la sua capacità di compattare il gruppo e per il suo senso della battuta, Rudi Garcia dovrà d’ora in poi proteggersi dell’entusiasmo sfrenato dei Romani. Cosa che ha già messo in pratica evitando le mondanità e faccendo la vita più normale possibile nel suo quartiere residenziale di Casal Palocco, nel sud della Capitale. Così, è possibile incrociare il nuovo re di Roma tre volte la settimana al Simply Market, il supermercato della zona. E senza Zorro tra i piedi…