Corriere Dello Sport (E.Intorcia) – Quattro mesi. Che non sono pochi, certo, ma che pure rappresentano la migliore ipotesi possibile in un momento così drammatico, tanto che è una prognosi da sussurrare appena, con tanta prudenza, aspettando che questa mattina il professor Mariani si sbilanci a intervento concluso. Arek Milik sa che dovrà metterci un po’ di coraggio e tanto, tanto sacrificio. Poi sarà il destino, lo stesso che gli ha giocato quel tiro mancino a Varsavia, a decidere che Napoli ritroverà (tra Champions e campionato) quando sarà arrivato il momento di tornare in campo. La diagnosi è quella che l’attaccante polacco aveva già avuto modo di metabolizzare nella notte tra sabato e domenica: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Però la risonanza magnetica ha escluso altre complicazioni (vedi un interessamento del menisco) e allora ecco spiegato il cauto ottimismo sulla possibilità di rimandarlo in campo così presto. Questa mattina l’intervento a Villa Stuart, eseguito dal professor Pier Paolo Mariani: Milik resterà ricoverato in clinica per 3-4 giorni, lì potrebbe iniziare il percorso di riabilitazione che poi sarà comunque completato presso il centro del dottor Alfonso De Nicola, medico sociale del Napoli, a Cerreto Sannita, in provincia di Benevento. Insomma, senza allontanarsi da Napoli e senza privarsi delle coccole dei suoi tifosi.
LA BENEDIZIONE DEL D10S – Il destino deve restituire tanto a questo ragazzone polacco divenuto subito nuovo idolo dei tifosi azzurri. L’incontro di ieri con Diego Armando Maradona, che gli ha dato la sua “benedizione” prima di sottoporsi alla risonanza magnetica, è da questo punto un piccolo, grande acconto. Il volo che ha portato Milik a Roma da Varsavia è atterrato a Fiumicino in perfetto orario, così il giocatore e il suo agente, David Przemysław Patak, hanno avuto anche il tempo per fermarsi a mangiare qualcosa. L’intuizione dell’autista (eccolo il caso, il destino) ha fatto il resto: li ha portati a colpo sicuro al ristorante del Cavalieri Hilton, a poche centinaia di metri da Villa Stuart, ed è lì che i due hanno incontrato Maradona, ospite dell’hotel in vista della “Partita della pace” di mercoledì all’Olimpico. Un selfie ricordo, il pranzo e poi via in clinica.
L’ARRIVO – «Adesso facciamo i controlli, vediamo», ha detto Milik all’ingresso di Villa Stuart. Si è presentato alle 17.21, camminando senza le stampelle, un tutore a tenere saldo il ginocchio sinistro e un paio di borse nel bagagliaio prevedendo già di passare la notte in clinica, senza tornare in albergo. Ha iniziato così gli accertamenti, fondamentalmente la risonanza magnetica: un’ora più tardi in clinica è arrivato il dottor Alfonso De Nicola, medico sociale del Napoli, e qualche minuto dopo anche il professor Pier Paolo Mariani, che questa mattina lo opererà. Prima che arrivasse la nota ufficiale del Napoli, la diagnosi era già filtrata ufficiosamente: crociato saltato ma menisco ok, i tempi di recupero saranno più brevi del previsto. «Domani si vedrà», glissa il professor Mariani. Prudenza comprensibile.
LA CAREZZA DI ADL – Dopo la benedizione del D10S, è arrivata la carezza di Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli è arrivato in clinica intorno alle 19.20 e ha raggiunto Milik in camera, posando anche per una foto di gruppo. Ha scelto di non parlare, ha dribblato anche le domande (inevitabili) sul tema degli infortuni in nazionale, sul quale il patron del Napoli è particolarmente sensibile e ha sempre portato avanti una certa battaglia. Non era quello il momento delle polemiche, però. A Milik, nei giorni più delicati della sua carriera, il presidente ha voluto infondere solo tanta serenità, confortarlo e augurargli di tornare al più presto in campo. Lui, il Napoli e tutta Napoli lo aspettano.