La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Prima o poi doveva succedere, il problema è che è successo proprio quando non ce se lo aspettava. In una partita in cui la Roma sognava di andare ad insidiare il secondo posto del Milan ed in cui la squadra di Fonseca ha giocato per oltre mezzora con un uomo in più, contro un avversario più debole e tutto proteso a difesa dello 0-0. Insomma, è stato un pari scialbo quello che ha interrotto la serie infinita di vittorie giallorosse contro le squadre medio-piccole.
[inline]
A Benevento la Roma è andata con una squadra sistemata solo in extremis. Alla fine, però, Fonseca non ritiene questo pareggio come un passo indietro: “No, perché è stata una partita difficile. Il Benevento si è chiuso bene. Siamo arrivati senza difficoltà negli ultimi 30 metri, dopo non abbiamo avuto iniziative individuali, siamo stati poco concreti e poco aggressivi nell’ultimo momento. Penso che i giocatori abbiano capito di dover essere più concreti. Siamo stati lenti nei corridoi laterali, è vero. E anche al momento della finalizzazione”.
[inline2]
E la maledizione dell’Europa League per le italiane non sembra essere una causa per l’allenatore portoghese: “Non penso ci sia stata una questione fisica, la squadra ha provato costantemente a essere veloce. Sono mancate le iniziative individuali, gli uno contro uno“. Per provare a portare a casa la vittoria, Fonseca alla fine ha riempito la squadra di attaccanti. Ad iniziare dalla coppia formata da Dzeko e Mayoral. “Edin ha giocato col Braga, stavolta è toccato a Borja. Per gli attaccanti questo tipo di partita è più difficile, ma in questa squadra non abbiamo titolari fissi. Purtroppo negli ultimi trenta metri non siamo stati lucidi. Siamo arrivati bene lì, dopo siamo stati poco concreti, poco aggressivi e un po’ lenti. Il Benevento ha lasciato spazi solo esterni e noi abbiamo sbagliato nella velocità del giro palla e nelle decisioni“.
[inline3]
Un po’ di rimpianto, però, c’è: “Quando una squadra si chiude è lo scenario più difficile. Abbiamo fatto un cambio per avere più uomini avanti, era difficile fare di più. Contro squadre che difendono così abbiamo bisogno di più iniziative individuali, di non sbagliare cross e passaggi“. Ma anche di avere più intensità e cattiveria, probabilmente. Un’occasione come quella di ieri era quasi unica, averla sprecata così è un peccato mortale.