Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Daniel Fonseca ha parlato al quotidiano. Ex attaccante di Roma e Napoli, tra le altre, l’uruguaiano ha parlato della sfida di domenica sera.
Vedrà la partita domenica?
Se avrò tempo sì, ma penso di trovarlo. Non chiedetemi per chi tifo e neppure un pronostico, il Napoli arriva in un momento d’oro, ma occhio a sottovalutare la Roma.
Passiamo agli allenatori: chi sceglie?
Non scelgo. Spalletti è il più bravo che c’è in Italia, ammetto di avere un debole. Ma l’avete visto come gioca il Napoli? Devastante, meraviglioso.
E Mourinho?
Il numero uno, come lui non ci sono. È impressionante, ha vinto tutto e poi i giocatori gli vanno dietro perché un carisma così non si trova da nessuna parte.
Le sarebbe piaciuto averlo come allenatore?
Lei che dice? A chi non piacerebbe essere allenato da Mou? Ma mi impressiona anche il gioco di Spalletti, ci tengo a dirlo.
Tra Roma e Napoli ha giocato con grandi campioni: i suoi preferiti?
Napoli dico Careca, Zola, Ferrara e Cannavaro. Roma dico Aldair, il mio compagno d’attacco Balbo e naturalmente Totti.
Che ricordo ha di lui?
Bastava vederlo in allenamento per capire cosa avrebbe fatto. Io ero anche sicuro che sarebbe rimasto a Roma per sempre, si vedeva proprio che era diverso, aveva tecnica incredibile e grande ritmo. Dicevo a Mazzone: “Guarda, mister, che il ragazzino è roba seria”. Ma lui lo sapeva meglio di me, potevo anche farmi gli affari miei. E poi gli ho fatto l’assist di testa per il primo gol in Serie A contro il Foggia, nella sua storia ci sono un po’ anche io. Mi dispiace per quello che sta passando.
Intende la separazione?
Beh, sì, certe notizie arrivano anche in Sud America. Ma io preferisco non leggere troppo. Madre de dios, queste telenovelas sono proprio brutte.
Dybala e Kvaratskhelia le piacciono?
Paulo è un grandissimo fuoriclasse, peccato si sia infortunato. Spero recuperi per il Qatar perché un artista come lui deve fare il Mondiale. Per quanto riguarda Kvaratskhelia voglio vederlo ancora un po’, ma mi sembra somigli un po’ a Neymar.
E Zaniolo?
Un fuoriclasse esplosivo, mi fa impazzire, una vera forza della natura. Sarebbe stato bello vederlo con l’Italia al Mondiale, ma chi pensava che restassero ancora fuori.
Girava spesso?
A dir la verità quasi mai. Non mi annoiavo, ecco, ma stavo soprattutto a casa mia: a Napoli sarò andato in centro tre volte, a Roma quattro. Per me non era facile godermi le città, non potevo prendere un cappuccino in pace perché la gente voleva avvicinarsi e parlare. Ma alla fine era un piacere, forse oggi me lo godrei meglio.
Poi, a Roma, c’era un problema in più.
Quale? I laziali.
In che senso?
Allora: a Roma e Napoli se vincevi eri un fenomeno, se perdevi ti rompevano i co… Ma ci sta, è giusto che sia così. A Napoli, però, c’erano solo i napoletani. A Roma, se perdevi, spuntava pure qualche laziale. Per carità, erano pochissimi, ma quando stavi prendendo il cappuccino dopo aver perso non li volevi intorno.
Deduco che non sarebbe mai andato alla Lazio.
Ma scherziamo? La Roma è un sentimento unico, non avrei mai potuto.