“Quando sono arrivato a Roma ho deciso di utilizzare lo stesso sistema di gioco dello Shakhtar. Sono partito con il 4-2-3-1 con le ali che si inserivano all’interno e con le stesse intenzioni dello Shakhtar. L’unica differenza è che le squadre in Italia pressano più alto, quindi bisogna trovare più soluzioni per iniziare a costruire l’azione – ha spiegato a The Coaches’ Voice Paulo Fonseca -. Confesso che preferisco quando le squadre pressano alto, è più facile trovare lo spazio. Giocavamo con Pau Lopez in porta, a destra Florenzi o Santon, come centrali difensivi Mancini e Smalling e sinistra Kolarov o Spinazzola. A centrocampo Cristante e Veretout, con il francese che aveva più libertà di attaccare. Dopo Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Dopo l’infortunio di Zaniolo al suo posto ha giocato molte volte Kluivert”.
“A metà stagione ho deciso di cambiare e di giocare con la difesa a 3-4-3. Se vedete il modo di attaccare è lo stesso del modulo precedente, ma cambia nel momento difensivo. Ho scelto di cambiare perché la maggior parte delle squadre in Italia ci attaccavano con 5 giocatori e con la difesa a 4 avevamo qualche problema a controllare gli attacchi in profondità. Quindi, ho deciso di aggiungere un centrale difensivo ed è stato più semplice controllare questo momento. Un altro motivo del cambiamento è perché la maggior parte delle volte in cui prendevamo l’iniziativa e giocavamo vicino all’area avversaria, nel momento in cui perdevamo palla con i 3 centrali difensivi eravamo più preparati per il contropiede. Infatti dopo aver cambiato il modulo abbiamo iniziato a subire meno gol, abbiamo raccolto 7 vittorie e un pareggio. Ho deciso di giocare con lo stesso sistema anche nella seconda stagione”.