Il Messaggero (A. Angeloni) – C’è un popolo intero che aspetta Dybala, ma la grande assente della serata è la Roma, ancora alla ricerca di se stessa. Gioca un pessimo primo tempo e solo un discreto finale di gara, con il cuore e improvvisazioni. A fare festa è l’Empoli, che vince 2-1, soffrendo davvero solo nel finale. La squadra di De Rossi non sa cosa farà da grande, non sa se sarà subito grande, per ora sembra simile a quelle del recente passato. Soulé deve capire come dovrà giocare, al momento va un po’ da solo; Dovbyk è isolato, lo valuteremo in altri momenti. Dybala torna al centro del mondo, ma non può essere legato solo a lui il futuro.
De Rossi aspetta rinforzi, (e le uscite) la squadra è monca e i vecchi sono sbiaditi: non c’è il terzino destro, non c’è un centrocampista di passo (i titolari con l’Empoli erano gli stessi dello scorso anno, con Le Fèe, pagato più di venti milioni, in panchina), manca un esterno a sinistra (El-Sha non è in condizione). DDR manda in campo pure Shomurodov (e non Abraham, vicinissimo al West Ham) e questo fa capire come sia ancora tutto in alto mare. Certo, sono passate solo due giornate di campionato (un solo punto, come con Mou) e non c’è il dramma all’orizzonte, ma se la squadra non sarà completata si divertirà poco anche Daniele.
Un bel po’ di fischi accompagnano la Roma negli spogliatoi al termine del primo tempo (e a fine gara). De Rossi propone Dybala dal primo minuto. Paulo c’è ma si accende a intermittenza, l’unica giocata dalla quale sta per nascere il gol della Roma parte dal suo destro: cross per Pellegrini, testa del capitano respinta da Vasquez. In campo c’è parecchia confusione. Dovbyk riceve in profondità un solo pallone e per poco non lo trasforma in gol.
Poi c’è la sfilata delle occasioni dell’Empoli: Gyasi e Colombo falliscono l’appuntamento di testa, uno la mette fuori con Svilar battuto, l’altro colpisce la traversa a porta vuota. Stesso copione, nel finale di primo tempo, ma stavolta Gyasi (Soulé in ritardo sulla diagonale difensiva) fa centro e la Roma è a terra. Cristante e Paredes, troppo lenti, faticano a fare muro sulle ripartenze di Fazzini, e pure lui rischia di entrare nel tabellino dei marcatori. Soulé viene spostato a destra, con Pellegrini a dare una mano ad Angeliño dall’altra parte, con Dybala libero di inventare, poi di nuovo come all’inizio.