Il Tempo (T. Carmellini) – Suicidio Roma, in perfetto stile Roma: finisce 2-4 e ai quarti col Napoli va lo Spezia. Ma non vale perché i giallorossi fanno sei cambi (uno in più del regolamento) e perdono la gara 3-0 a tavolino: un delirio, tanto più dopo il caso Diawara. Come si può spiegare a Friedkin, infreddolito in tribuna, quanto successo agli ottavi di Coppa Italia? Come si può raccontare una serata così? Durante la gara Borja Mayoral sbaglia una quantità infinita di palloni e almeno tre gol fatti, costringendo la Roma ad andare ai supplementari.
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Nulla rispetto ai due minuti di follia che hanno aperto al sesto cambio giallorosso. La Roma resta in nove perché un giocatore della nazionale fa un fallo da ammonizione a centrocampo, poi un minuto dopo il portiere esce dall’area e centra senza palla l’avversario. Sembra un incubo, ma è tutto vero. La Roma ci mette moltissimo del suo e si capisce che non ha ancora smaltito le tossine della stracittadina. Gioca i primi quindici minuti da incubo, o meglio, non gioca. Sul 2-0 per gli avversari i giallorossi capiscono che la partita è iniziata e cominciano a giocare, ma ci mettono oltre quaranta minuti a sbloccarsi.
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Quando c’è da fare figure barbine la Roma non si risparmia. I primi due minuti dei supplementari costano carissimi ai giallorossi che restano in nove per la doppia espulsone di Mancini e Pau Lopez, incassano il gol dell’ex Verde, il Nino Frassica dello Spezia. Il 4-2 di Saponara è solo per il tabellino. La Roma dovrà guardarsi dentro, così non si va da nessuna parte. Sia sul campo, ma soprattutto fuori.