Il Messaggero (U.Trani) – Fa freddo e la temperatura è in calo. La previsione, a partita in corso, è meno 11°. Così Florenzi, debilitato dall’influenza intestinale, salta l’allenamento della vigilia al Metalist Stadion. Ma Di Francesco spera che si presenti stasera e per giocare. In preallarme c’è Peres, l’unico terzino di ruolo a disposizione. Non fa niente che sia stato appena reintegrato dopo la notte brava a Caracalla. Se toccherà a lui, rischia di star fuori Under, per non scoprire eccessivamente la fascia destra. Dove avrebbe spazio Defrel che è stato già allertato. Il ballottaggio in attacco, dunque, c’è. E forse anche slegato dall’imprevisto in difesa. «Under ha fatto cose straordinarie, è un giocatore che determina tanto. In campo, però, non scende solo lui, ma la Roma. Cercheremo di gestirlo nel migliori dei modi». Di Francesco, nella stagione del suo debutto in Champions, non si accontenta Di essere arrivato qui. «La nostra forza sta nel rimanere compatti. La Roma è in crescita, mi auguro di rivederla ancora meglio domani (oggi, ndr). Abbiamo alzato tantissimo i ritmi di allenamento, rischiando qualcosa ma cercando dimettere grande lavoro per fare un grande finale a partire da questa gara. Il modulo cambierà poco. Abbiamo la possibilità di capire durante la gara se bisogna variare. Cercheremo di dare continuità a quello che stiamo facendo nell’ultimo periodo con lo stesso sistema di gioco».
TRAPPOLA CLIMATICA – De Rossi sarà il capitano, come il 5 dicembre all’Olimpico contro il Qarabag, nella notte del primato nel gruppo C, con il Chelsea lasciato alle spalle. E, dopo essere rientrato in campionato, garantisce di essere pronto per la Champions: «La mia condizione è buona, sabato è stata anche meglio di quanto pensassi e sperassi. Penso di poter fare due partite in pochi giorni ma io penso di sì. Mi sento bene, sono preparato. E tranquillo. È una gara da dentro o fuori, ma ai miei compagni non devo dire nulla, stanno lavorando bene. E uniti. Siamo usciti da questo momento di risultati negativi». Ritrova lo Shakhtar (non Srna, squalificato per doping). «Non credo che siamo più avanti di loro solo perché sono stati fermi per due mesi. Li hanno usati per preparare questa partita. Abbiamo già giocato un ottavo Contro questa squadra, sappiamo com’è andata a finire e che quindi non ci sono particolari vantaggi da questa sosta». Cappelli, guanti e scaldamuscoli: i giallorossi entrano al Metalist Stadion come fossero in un rifugio di montagna. «Le condizioni meteo un po’ contano, sono nuove per noi. Sono, però, le qualità in campo a fare la differenza. Saremo 11 contro 11, anche se i primi minuti possono essere alterati da questo shock termico ma poi basta». Il terreno è riscaldato, ma è facile scivolare. Ma l’obiettivo è non sbandare per proseguire la corsa. «Uno scatto lo abbiamo fatto nella prima fase. Ne serve un altro. Passare il turno ed entrare tra le prime 8 d’Europa, sarebbe una cosa che porterebbe a vedere in modo diverso questa stagione. Sono passati sette anni dall’eliminazione con lo Shakhtar, ci ha fatto male ma è dimenticata. Non cerco una rivincita o una vendetta personale. La Roma è in crescendo. Vorrei dire di più ma per scaramanzia non lo dico. In Europa quest’anno abbiamo fatte cose quasi strabilianti, con un percorso semi-perfetto. Se guardassimo solo questa competizione, saremmo solo entusiasti. Adesso inizia una nuova fase e le partite contano ancora un po’ di più visto che sono solo due».