La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Un giorno un ragazzo si avvicinò ad Alessandro Florenzi e gli urlò: «Secondo me quel gol al Barcellona è stato casuale, non volevi tirare in porta». Il nostro se lo guardò, abbozzò un sorriso forzato e replicò: «Secondo me tu sei della Lazio». Parata e risposta, non toccate quella serata a Florenzi, non toccategli quel 16 settembre 2015 che lo ha spinto lassù fino a toccare il cielo. Linea laterale, un tocco al pallone, cinque passi e via, pallonetto a baciare il palo, bacio del diavolo per tale Marc Andre Ter Stegen, non proprio l’ultimo dei portieri al mondo.
LUCIDA FOLLIA – Se un’immagine c’è, della lucida follia che deve accompagnare la Roma da qui fino al doppio confronto con il Barcellona, è tutta in quella prodezza di Florenzi, che per Rudi Garcia significò pareggio, Leo Messi fermato, Olimpico da applausi e figura degna contro una squadra da leggenda. Perché in fondo, come dice Daniele De Rossi, «giocheremo contro una formazione che ha cambiato il modo di vedere il calcio, ma quella sera in campo dovremo prepararla pensando di poter vincere, saremo 11 noi e 11 loro». Undici noi, sì. Compreso Florenzi, che quel gol se l’è portato dietro anche nei momenti più difficili, durante il doppio infortunio al ginocchio. Pallonetto d’oro: la misurarono pure, quella traiettoria, risultò lunga oltre 55 metri. Due mesi dopo divenne un videogioco – l’iniziativa fu di Onefootball – oltre che sigla/spot di chissà quante trasmissioni televisive. «Istinto, pazzia e cuore – raccontò Florenzi alla Uefa –, questo ci è voluto per segnare quel gol. Vidi il portiere fuori dalla linea di porta e in quel momento non avevo così tante opzioni. Capii subito che il pallone sarebbe potuto entrare: è stata una delle emozioni più grandi della mia carriera». Tanto che quattro mesi dopo, quella prodezza, è stata pure in ballo fino alla fine per il Puskas Award, il gol più bello dell’anno.
DIFESA – Che poi, a furia di ricordare solo la rete, si rischia di perdere di vista il vero grande filo conduttore della Roma da Champions. Florenzi il difensore, Florenzi il terzino destro, è il titolare di una squadra che in casa, all’Olimpico, non ha concesso neppure un gol a Chelsea, Atletico Madrid, Qarabag e Shakhtar. Il biglietto da visita è buono, elegante il giusto, per presentarsi di fronte a Valverde – battuto in casa da Di Francesco un anno fa per 3-0, anche qui senza gol subiti… – con l’ambizione di chi almeno non vorrà sfigurare. Ci sono almeno un paio di sparring partner non banali prima della sfida. Il Bologna prima di Pasqua, ma soprattutto il Crotone domani, lì dove Florenzi ha imparato a fare (anche) i pallonetti. Talmente bene, gli venivano, che la Roma dopo una stagione decise di pagare un milione e 250 mila euro per riportarlo a Trigoria. Ora ne serviranno più del doppio, solo di ingaggio, per allungargli il contratto e trattenerlo a Roma. Ma questa è un’altra storia. Prima, sarà gustoso sognare altri 55 metri di follia.