Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – C’è un altro romano che studia per diventare una bandiera ed è già sulla buona strada. E’ un ragazzo che negli ultimi tempi è stato un po’ sfortunato, ma che ha un cuore e una forza interiore che lo riporteranno presto in campo. Questo ragazzo, che tanto ragazzo non è più, visto che ha compiuto ventisei anni ed è diventato papà, si chiama Alessandro Florenzi, lo stesso crociato rotto nel giro di pochi mesi, a ottobre e a febbraio, la seconda volta quando stava per tornare in campo. Ora che Totti ha lasciato è lui il vice capitano, lui che quella fascia l’ha indossata da giovanissimo, per quel suo profondo senso di appartenenza.
CORRENDO CORRENDO – Alessandro continua a lavorare, prepara il ritorno in campo, previsto per ottobre. A Di Francesco è sempre piaciuto tantissimo: gli ricorda il suo modo di giocare. Non si fermerà per l’estate, continuerà la preparazione anche in ritiro con i compagni a Pinzolo. Gli mancano il campo, l’adrenalina, le partite vere, quelle che gli mettono ansie addosso, a cominciare dal derby. Dopo il secondo infortunio si è messo al lavoro con totale disponibilità alla fatica e feroce forza di volontà. Per la Roma ha fatto di tutto. Attaccante esterno lanciato da Zeman, poi Garcia per esigenze di organico lo trasformò terzino. In quel ruolo ha segnato un gol da più di cinquanta metri contro il Barcellona, poi Spalletti lo aveva riportato a centrocampo, prima dell’infortunio. Ha fatto il tifo per i compagni seduto in tribuna in tutte le partite all’Olimpico. Il calcio è la sua vita, ha cominciato da bambino, su un campo di un centro sportivo dove i genitori gestivano un bar. Per Florenzi quelli di Francesco e Daniele sono esempi da seguire. Anche lui vorrebbe fare lo stesso percorso, diventare una bandiera, vestire sempre e solo la stessa maglia. Florenzi garantisce la continuità, la romanità, è rimasto solo lui insieme a De Rossi e tra poco si aggiungerà a loro anche Pellegrini, un altro prodotto del vivaio giallorosso.
ORIGINI – La passione per il calcio gliel’ha trasmessa il padre. Giocava tra i dilettanti, quando Alessandro era bambino aveva la borsa per andare ad allenarsi vicino a quella del papà. La famiglia Florenzi è di Vitinia, a una ventina di chilometri da Roma, dove la vita è ancora a dimensione d’uomo. A Vitinia non ha mai avuto dubbi, su quella che sarebbe stata la sua passione calcistica. L’idea di diventare una bandiera, di proseguire il percorso tracciato da Totti e De Rossi lo affascina e lo preoccupa allo stesso tempo, ma non potrebbe mai farne a meno