Il Messaggero – Mattia Perin, che sarà operato domani a Villa Stuart dal prof. Mariani, è soltanto l’ultimo caso di calciatore con il ginocchio a pezzi per la rottura del legamento crociato anteriore. Un infortunio che nel calcio sta diventando sempre più normalità e che, per fortuna, giorno dopo giorno vede accorciare i tempi di recupero. Le cause che portano al crac spesso sono banali, come nel caso del portiere del Genoa: nessuno scontro con un avversario, nessun contrasto scomposto ma soltanto un movimento anomalo della gamba. Una distorsione. Un po’ quanto era accaduto al romanista Florenzi in occasione della partita contro il Sassuolo. La Roma, con Rudiger prima dell’Europeo e Mario Rui durante la pre season, e senza dimenticare il calvario del giovane Nura, è la squadra che recentemente ha dovuto sopportare il maggior numero di crociati spezzati. Il Napoli, per lo stesso infortunio, deve ancora fare a meno del polacco Milik (giovedì controllo definitivo), il Milan del centrocampista Montolivo, il Torino sia del difensore Avelar che dell’esterno Molinaro, il Sassuolo del capitano Magnanelli e il Cagliari dell’attaccante Melchiorri, come Perin al secondo crociato della sua carriera. Fermo da luglio dello scorso anno anche l’atalantino Suagher.
RECUPERO E MESSAGGI – Come detto, i tempi di recupero si sono molto accorciati rispetto al passato, al punto che il protocollo riabilitativo del prof. Mariani oggi prevede per un calciatore il ritorno all’attività dopo 100/110 giorni dal momento dell’intervento chirurgico. In attesa di finire per l’ennesima volta sotto i ferri, Perin ieri è stato raggiunto da un mare di messaggi di solidarietà e affetto da parte dei suoi colleghi, soprattutto da coloro che, come Strootman, Florenzi o lo stesso Rudiger, hanno dovuto fare i conti con lo stesso infortunio. E il Genoa, ovviamente, si è messo alla ricerca di un sostituto per il portiere di Latina, sondando il terreno un po’ in tutti i club della massima serie.