La Gazzetta dello Sport (A.Elefante) – Affrontare Leo Messi per tre volte in 19 giorni è un brivido a prescindere: di piacere calcistico, o di timore. O di entrambi,più probabilmente. Alessandro Florenzi deve averci pensato, quando la pallina pescata nell’urna di Nyon da Shevchenko ha aggiunto un doppio Roma-Barcellona all’Italia-Argentina di domani a Manchester. Un pensiero e poche parole: cosa dire di non banale, parlando di un marziano? Difficile e anche per questo ieri Florenzi è stato di poche parole. Anzi, pochissime: «Per come vedo io il calcio, Messi è il calcio. Tutto qui».
DISTINGUO – Il calcio a prescindere dalla maglia che indossa, ovviamente. Ma qui sì che Florenzi fa un distinguo: «Il Barcellona sarà una montagna dura da scalare per la Roma: più di quanto sarà l’Argentina per l’Italia». E spiega anche perché: «Sono tanti anni che giocano insieme, ormai si conoscono a memoria. I compagni di nazionale li conosci, ma non ti alleni con loro tutti i giorni. Quello cambia le cose: perché approfondisci la conoscenza, calcistica e non; perché dei tuoi compagni capisci meglio anche i difetti, non solo quelli di gioco. E conoscersi meglio fuori dal campo aiuta una squadra a fare bene anche dentro il campo».
IL CONTRATTO – Non è questione di nazionalità, dice Florenzi: «E dire che ci sono due squadre italiane nei quarti di Champions ma pochi giocatori italiani in quelle squadre lascia il tempo che trova. Ci sono due italiane, stop. Quanti ucraini ci sono nello Shakhtar che abbiamo appena eliminato?». Le parole di Florenzi possono essere lette anche così: una squadra diventatale anche grazie alla continuità, di gestione ma pure di uomini. Grazie ad un progetto che ogni anno viene perfezionato, non rivoluzionato. Qual è il futuro della Roma?, sembra chiedersi Florenzi. Una squadra con dei ritocchi o con tante novità? È anche questo a rallentare il rinnovo del suo contratto, o solo una mera questione economica? L’argomento viene bypassato ma in dribbling, e senza proclami di fedeltà eterna: «Questo argomento per me non è un peso: io penso solo al campo e a quello che succede lì». E lì, ultimamente, Florenzi, ha visto una Roma in crescita. Capace di ripartire: «Le ultime partite hanno detto questo: nelle difficoltà non ci siamo mai buttati giù come invece era successo in precedenza. Eravamo sembrati un’altra squadra, ci eravamo depressi dopo un gol preso o 5’ di assedio dell’avversaria: ci abbiamo lavorato, e si è visto».