Il Corriere Dello Sport (N.Balice) – Florentino Perez ha parlato. E ha detto tante cose. “Niente è tramontato, sono due anni che ci lavoriamo, dodici squadre, un format per salvare il calcio, che sta perdendo interesse, morendo. Il pubblico sta calando perché la maggior parte delle partite non ha interesse. Se non c’è audience, i diritti televisivi crollano”. Perorando la causa della Superlega, Perez ha fatto qualche esempio che non è stato particolarmente gradito, tirando in ballo anche Roma e Sampdoria come esempio di un calcio che non interessa, spiegando che il sistema che hanno in mente non può essere aperto a tutti: “Non escludiamo nessuno, ma non tutti possono esserci. Roma-Sampdoria interessa meno di Manchester-PSG“.
[inline]
Un altro elemento su cui Perez ha insistito è quello di una Superlega composta ancora da dodici club. Al fianco di Real Madrid, Barcellona e Juventus, ci sarebbero ancora quelle nove società fondatrici (Arsenal, Chelsea, City, Liverpool, Tottenham, United, Atletico Madrid, Inter, Milan) che poi hanno fatto retromarcia firmando la Dichiarazione di impegno dei club per rientrare nei ranghi Uefa. La battaglia legale andrà avanti non soltanto nei confronti di Uefa e Fifa, ma anche nei confronti di chi punta a sciogliere il patto fondante della Superlega. “Tra le dodici società c’è un accordo vincolante, nessuno può andarsene. La Superlega continua. Quando l’abbiamo annunciata, la Uefa ci ha minacciato e i club inglesi sono andati via. Siamo andati dal giudice, ha detto che la Superlega non si può toccare. La Uefa non può fare nulla, ora dovrà decidere il tribunale di Lussemburgo”.