Corriere dello Sport – Al fischio finale di Leverkusen-Roma, i 60 mila che il 25 maggio 2022 affollarono l’Olimpico per vedere sui maxi-schermi una partita che si stava giocando a 700 km di distanza, hanno subito chiesto al club giallorosso di poter rivivere quella stessa esperienza. Dalla Conference all’Europa League, da Tirana a Budapest, un anno dopo, sempre nel segno di Mourinho.
Le buone intenzioni, però, hanno trovato un ostacolo legato ai tempi. Un anno fa la festa dell’Olimpico fece scorrere il sipario sulla stagione 2021-22, mentre stavolta anticiperebbe di pochi giorni la gara dei giallorossi contro lo Spezia, l’ultima di campionato (il 4 giugno). Conta poco o conta tanto per la classifica, poco importa a chi deve garantire standard adeguati a una partita di Serie A.
E con un’invasione di campo mercoledì sera, altamente probabile in caso di successo, il tappeto verde che in questi mesi è stato curato e fatto crescere tramite le più sofisticate tecnologie (e il lavoro costante di agronomi al servizio di Sport e Salute), subirebbe danni permanenti.
A queste riflessioni, ieri ha fatto seguito una possibile soluzione:”un espediente da concerto”, come lo chiamano gli addetti ai lavori. Si chiama pro cover flooring ed è una superficie di plastica ad alta resistenza che fa respirare l’erba e le permette di sopravvivere anche in seguito a forti sollecitazioni. Se le diplomazie andranno, come sembra, a incastrare tutti i tasselli del puzzle, la Roma andrà a dama e potrà aprire ai tifosi le porte di casa.