Il Corriere della Sera (A.Bocci) – I figliocci di Zeman sono la speranza di Ventura. Nell’Italia che al Barbera si gioca una fetta importante del Mondiale in Russia, brillano le stelline di Marco Verratti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne. Sono i ragazzi che nel 2012, dopo 19 anni di assenza, hanno riportato il Pescara in serie A. Domani sera li aspetta un’altra avventura altamente emozionante. A Palermo, in uno stadio quasi esaurito (24 mila i biglietti venduti) in cui è ancora difficile capire quanto folta sarà la rappresentanza albanese, giocheranno insieme per la prima volta dall’inizio con la maglia della Nazionale. Sinora è successo solo in uno scampolo di partita: 14 minuti a Vaduz contro il Liechtenstein, dal 22′ della ripresa, quando Insigne ha preso il posto di Bonaventura, al 36′, quando Immobile è uscito per Zaza.
Ora, nell’Italia sempre più verde, i tre amiconi hanno un ruolo importante. Verratti, che proprio Zeman ha trasformato in un centrocampista centrale, dovrà scrollarsi di dosso la delusione della Champions, mettere da parte per qualche ora i progetti di fuga da Parigi, prendere per mano la squadra con personalità. Immobile, invece, è chiamato a confermare quanto di buono ha fatto sinora: «Rispetto ai tempi di Conte, mi sento più determinante. So di avere la fiducia di Ventura e lo ringrazio». E intende ripagarlo con i gol, insieme a Belotti. «Io e il Gallo siamo una bella coppia, amici prima che compagni di squadra. Dividiamo la camera e facciamo tutto insieme». Ma Ciro ha parole dolci soprattutto per i gemelli del Pescara: «Quell’annata è stata fantastica e ci ha permesso di fare il salto di qualità». Immobile è andato al Genoa e dopo al Torino dove avrebbe vinto la classifica dei cannonieri, Insigne si è imposto a Napoli, Verratti è volato a Parigi. «Ma non ci siamo mai persi di vista. Messaggi, telefonate, sempre uniti».
E ora possono prendersi l’azzurro dell’Italia: «Il Mondiale è il nostro sogno e qualsiasi sacrificio lo merita. Anche cominciare prima il campionato», dice il centravanti appoggiando le tesi di Ventura. Insigne, invece, il c.t. deve ancora conquistarlo. Se gli altri due sono punti fermi della Nazionale, Lorenzo nella nuova stagione azzurra ha giocato soltanto 23 minuti. Il suo piano è semplice: spremersi in Sicilia per conquistare l’allenatore. E visti i risultati degli ultimi tempi, ha buone possibilità di riuscirci. L’Italia è pronta. Bonucci ha recuperato dall’influenza e nel 4-2-4 guiderà la difesa con Barzagli preferito a Romagnoli; Zappacosta e De Sciglio saranno gli esterni bassi; Candreva e Insigne quelli alti; De Rossi e Verratti i mediani, Belotti e Immobile le punte. Oggi pomeriggio, dopo la rifinitura ancora blindata a Coverciano, la squadra volerà a Palermo. E sul charter troverà una sorpresa: a rappresentare la Federcalcio, orfana del convalescente presidente Tavecchio, ci saranno Cosimo Sibilia e Renzo Ulivieri che lunedì, nel primo Consiglio Federale del nuovo corso, dovrebbero diventare vicepresidenti. Soprattutto non ci sarà traccia di Claudio Lotito. Stavolta il presidente della Lazio resterà a terra. Non è stato neppure invitato. Il segno dei tempi che cambiano.