Figc, Uva: “Si alla Goal-Line Technology. Gli arbitri di porta potrebbero restare”

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Michele Uva, direttore generale della Figc, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Radio Anch’io Sport”. Il dirigente della federcalcio ha parlato della futura applicazione della Goal-Line Technology: “Applicarla sarà una scelta della Lega, i costi e i ricavi saranno a carico di chi sceglierà di applicarla. Le ditte che istalleranno la tecnologia degli stadi dovranno essere in linea con le direttive della Fifa, noi diremo sì a questa tecnologia che deve essere utilizzata in tutte le gare. Come ha detto Tavecchio, siamo d’accordo su questa tecnologia. Tuttavia questo non incide sugli arbitri di porta, che potrebbero restare operativi nonostante l’impiego della Goal-line Technology”.

Uva ha affrontato anche il tema degli stage della nazionale: “Condivido l’atteggiamento di Conte, che vuole creare un determinato rapporto per tutte le Nazionali e non solo verso quella maggiore. Il percorso si sta avviando, serve la collaborazione di tutti in termini positivi e negativi. Non sempre la Federazione può avere l’idea vincente, ma il confronto è sempre positivo per migliorare”.Sulla spending review in corso a Via Allegri, Uva si esprime così: “Già quattro 4-5 punti di riforma sono stati approvati dal Consiglio Federale, questo permetterà di avere un sistema più sano e solido. Siamo in un regime di spending-review dove dobbiamo far fronte ai tagli del Coni, tre anni fa la Federazione aveva 40 milioni in più di contributi. Con tanta passione, possiamo fare bene. Bisogna ottimizzare il lavoro, ma non verrà tolto un euro dai settori giovanili che consideriamo il vero tesoro dell’Italia calcistica”. Per il prossimo campionato “c’è la volontà di dare alla Nazionale una settimana di lavoro in più per preparare al meglio l’Europeo del 2016 – prosegue Uva -. Credo che ci sia la volontà di tutti di far lavorare al meglio gli azzurri, ma la decisione sulla data spetta alla Lega in accordo con la Figc e l’Associazione Italiana Calciatori”.

Una battuta anche sulla possibile riforma dei campionati: “E’ la madre delle riforme, ma penso che servano tante azioni. Tante piccole riforme, sommate tra loro, porterebbero al cambiamento del modello. Limitare le squadre in Serie A e B ridurrebbe le tensioni economiche, ma servono anche riforme a livello giovanile per permettere ai ragazzi di fare bene. Vedo il calcio a 360°, il sistema italiano ha bisogno di una crescita ma tutti i ruoli devono recitare la propria parte”. Infine, Uva si esprime anche sulle squadre B: “L’ideale potrebbe essere una formula mista che contempli entrambe le soluzioni. Potrebbe essere discussa, ma la decisione deve essere presa da tutte le componenti della Federazione”.

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