“Io non ho fatto nessuna apertura, perché queste decisioni non sono di competenza del presidente, si discuterà in consiglio federale e se questa sarà un’ipotesi andrà a regime, ma terremo conto dell’opinione dell’Aia”. Così il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, a “Tutti Convocati” su Radio 24, ha risposto all’attacco di Marcello Nicchi, numero uno dell’Aia, sull’ipotesi di passare al sorteggio arbitrale dalla prossima stagione. “La risposta di Nicchi? Non capisco. Io non mi sono espresso sulla modalità di gestione delle designazioni arbitrali, io mi sono limitato a dire che l’Aia è uno dei carri del sistema sportivo italiano e che, qualora e davanti a richieste presentate, saranno valutate nelle sedi opportune. Questo è quanto, tutto il resto non lo capisco”. Sull’accusa di volere la guerra con gli arbitri perché non l’hanno sostenuto in estate, Tavecchio ha risposto: “Non riesco a vedere cosa c’entra la polemica dell’11 agosto con Albertini. Io il 12 agosto ho finito e non ricordo di essere maggioranza o minoranza. Sono il presidente federale e basta. L’Aia ha ottenuto da questa presidenza cose che non ha ottenuto in 50 anni”. Tavecchio ha poi parlato dei tagli in bilancio per gli arbitri: “Riconosco che l’Aia è una fonte di volontariato, però il problema è che ci sono 700 mila partite l’anno. Davanti ad uno studio tecnico della questione, si possono fare dei risparmi. Rispetto ai 25 milioni in meno che ci ha dato il Coni, l’incidenza dell’Aia dovrebbe essere relativa. I fondi che noi riceviamo dal Coni, quindi pubblici, sono per la maggior parte attribuiti all’Aia che ha un budget di circa 50 milioni. In un bilancio che ha 161 milioni di entrate, un centro di costo di 61 milioni, 50 milioni di fondi che vengono dallo Stato, necessita di un controllo assoluto”.
Tavecchio è poi tornato a parlare del ct della Nazionale, Antonio Conte: “Guardandomi negli occhi, mi ha detto: “Presidente, io non ho avuto alcuna richiesta da chicchessia e non ho preso alcuna iniziativa per lasciare. Rispetterò il contratto con la Nazionale“, cioè fino all’Europeo del 2016. Il numero uno della Figc ha infine affrontato il tema dall’eventuale rinvio a giudizio di Conte per l’inchiesta della procura di Cremona sul Calcioscommesse, ovvero l’opportunità che in tal caso resti sulla panchina azzurra: “Ho letto anche la Costituzione italiana. Essa prevede che si può essere sanzionati solo dopo l’ultimo grado di giudizio. Qui non parlano i codici, ma la Costituzione. E noi la rispetteremo”.