Figc, Tavecchio: “Gli errori arbitrali ci possono stare. Serie A a 18 squadre la prima riforma da attuare”

Tavecchio, Conte sarà uno choc positivo

“Gli arbitri sono oggetto di qualche critica, ma fare l’arbitro è il mestiere più brutto e più difficile del mondo. Io sono dell’avviso che gli arbitri sono sempre in buona fede, poi gli errori ci possono stare“. Queste le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, in merito alle polemiche sugli errori arbitrali nelle ultime giornate del campionato. “La Figc non può non difendere l’Aia che è nostro baluardo spero di onestà – ha proseguito il numero uno della Figc ai microfoni di Radio Sportiva -. Tutto il resto rientra nella sfera degli interessi dei club. E noi rispettiamo anche i club perché rappresentano le nostre risorse, ma dobbiamo stare attenti a non confondere le regole con le situazioni”.

Tavecchio ha poi risposto alla richiesta del presidente della Lazio e consigliere federale, Claudio Lotito: “Quello del sorteggio sarà una questione che sarà portata nelle sedi opportune. Il consiglio federale non interviene: prende atto delle segnalazioni. Come fatto nel caso della tecnologia applicata al calcio. Il gol-non gol partirà la stagione prossima, non partiranno le altre cose perché la Fifa ancora non ci ha risposto. Venerdì di questa settimana in Assemblea di Lega a Milano le società di Serie A con ogni probabilità deliberanno di adottare il gol-non gol”. Tavecchio si è poi soffermato su quella che, secondo lui, è la prima riforma da attuare: “La riforma dei campionati. Portare la Serie A a 18 squadre e gli di conseguenza riformare anche gli altri campionati. Ce la possiamo fare, nella misura in cui i principi riformatori del Coni saranno rivisti, perché con una maggioranza del 75 per cento, come attualmente prevede la normativa federale, è difficile portare questa riforma a regime. Quando il Coni, interpellato da noi, dirà di poter ridurre la maggioranza per produrre dei risultati in Consiglio Federale, noi faremo di tutto per cambiare questa normativa. Il campionato a 20 squadre crea delle situazioni anacronistiche. Non si possono fare stage, crea ingorghi di altra natura, produce soggetti che sono difficilmente recuperabili con i costi gestionali in atto”.

Il numero uno della Figc ha poi affrontato anche la questione legata al ct Conte. “Le parole del commissario tecnico sono ampiamente illustrative della situazione. Conte ha detto che starà con noi, alla faccia di qualcuno che pensava il contrario. Non c’era motivo di creare il polverone che si è creato, di creare una situazione molto precaria di cui non c’era necessità.  Noi abbiamo fatto una grande sforzo per poter avere prestazioni di Antonio Conte, è una persona che ci invidiano e noi gli affidiamo il meglio di quello che possiamo. Gli abbiamo affidato la “cantera” del nostro calcio perché ha possibilità di intervenire su tutte le nostre Nazionali azzurre”. Poi una battuta sulle date della prossima stagione: “Abbiamo chiesto alla Lega di valutare l´ipotesi della Coppa Italia alla stessa data e ci hanno detto che in questo momento non lo possono stabilire. Quello che possiamo fare, ci hanno risposto, è anticipare al 2 marzo la semifinale. Dal 2 marzo in poi dipende dall’ingorgo che si creerà con la Champions, l’Europa League e il campionato e si farà con tutta probabilità il massimo per poter realizzarla prima del 15. Questo è quanto ha detto la Lega che si è dichiarata disponibile, non ha detto di no”. Infine, una chiosa sull’inchesta sul calcioscommesse: “La nostra Costituzione dice che un cittadino italiano è ritenuto colpevole dopo l´ultimo grado di giudizio. Quando cito la Costituzione, cito lo strumento principe del nostro sistema. Ricordo solo che prima del 2006 le scommesse erano reato. C’è stata una scelta politica e si è ritenuto di depenalizzare le scommesse, un rischio a cui si sapeva si andava incontro di fronte con situazioni del genere”.

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