La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Il confronto arricchisce, in qualsiasi ambito: lavoro, amicizia, amore. Pure nel calcio, sia chiaro. Prendi il Chelsea, i giornalisti inglesi e il simpatico fuoco amico che ha accerchiato Alvaro Morata, dopo l’intervista pubblicata ieri dalla Gazzetta. Tutto il mondo è paese, vien da pensare ad ascoltarla con le orecchie di chi ha spesso sentito usare la scusa della «pressione mediatica» per giustificare mancati successi. Da queste parti ci ha già pensato Eusebio Di Francesco a ridimensionare il tutto. In zona Chelsea, invece, Morata è finito sotto accusa per queste parole dell’intervista: «A Londra sto bene, mi affascina la multietnicità, la convivenza di culture e religioni, ma non ci vivrei a lungo. Troppa grandezza, troppo stress, troppa metropoli». Apriti cielo. A Londra l’hanno interpretata come una presa di distanza un po’ repentina per uno spagnolo arrivato solo tre mesi fa in Inghilterra, incidentalmente per una cifra di 80 milioni di euro. E allora eccolo Morata, che prova a giustificarsi di fronte a una, due, tre domande sull’argomento: «È stata un’incomprensione, forse un problema di traduzione», dice lui. Evidentemente riferendosi al modo in cui l’intervista è stata riportata in Inghilterra: solo quello può essere il problema di traduzione, visto che la chiacchierata con la Gazzetta è stata fatta e scritta nella stessa lingua, ovvero in italiano. E infatti poi l’attaccante spiega: «Quando parlavo di città stressante, il mio riferimento era al futuro – ancora l’ex juventino –. Londra è una città dove ora sto bene, ma per il futuro non so. È normale che abbia voglia di tornare a vivere dove sono nato e cresciuto». E ancora: «Se resterò a Londra per tutti i cinque anni di contratto? Magari anche dieci, se me lo proponessero. Ma per rimanere a lungo qui dovrò essere bravo io a fare tanti gol, altrimenti il Chelsea prenderà altri attaccanti. Vorrei iniziare già con la Roma, a cui non ho mai segnato».
PRIMA VOLTA PER CONTE – Di Morata chiedono pure ad Antonio Conte: «Con lui ho parlato, a me ha detto di essere felice a Londra». È la prima volta che l’ex c.t. azzurro torna in Italia da avversario. E lo fa con un dubbio grande così di formazione, quello legato al francese Kanté. Ieri mattina a Londra il centrocampista si è allenato regolarmente, la sensazione è che possa partire dalla panchina anche in considerazione dell’impegno di domenica dei Blues contro il Manchester United: «Ci parlerò per capire le sue sensazioni e prenderemo la decisione migliore, per lui e per noi», spiega Conte. Il doppio impegno non lo spaventa: «Penso a una partita alla volta, quella più importante è la prossima con la Roma – ancora il tecnico –. Loro sono una squadra in forma, ma noi siamo qui per fare punti. Il girone è complicato, essere in testa è positivo, ma c’è da stare attenti. Siamo in emergenza da inizio stagione, ma rispetto all’andata abbiamo superato il momento delicato». Lo dice a bassa voce, ma è una trappola.