Leggo (F. Balzani) – “Stessa storia, stesso posto, stesso bar”, cantava Max Pezzali. E allora ci risiamo: Roma-Feyenoord va in scena di nuovo stasera, per la quinta volta in tre anni, la settima negli ultimi otto. In un Olimpico che più pieno non si può (67 mila, è record assoluto vista l’assenza dei tifosi olandesi) e con il pareggio dell’andata che fa ben sperare. De Rossi, al suo esordio europeo in casa da allenatore, si gioca l’accesso agli ottavi di Europa League e potrà contare su tutta la rosa a disposizione fatta eccezione per lo squalificato Bove e Abraham.
L’allerta però resta alta: “È una partita decisiva, sentiamo quel brivido in più da gara che decide il nostro destino: da giocatore ne ho fatte tante da allenatore meno, ma la preparo come ogni partita che ovviamente voglio vincere. Che gara mi aspetto? L’atteggiamento potrebbe essere simile alla gara d’andata, abbiamo pareggiato quindi non c’è tutto questo dislivello. Loro segnano spesso, dovremmo evitarlo“.
Il Feyenoord ha recuperato Timber e Gimenez, la Roma però può contare su un Dybala e un Lukaku bomber d’Europa: “Bisogna andare al di là del gol, io valuto le prestazioni e loro stanno entrando nella mia dimensione. Sono contento di quello che stanno facendo, di certo dovremo passare il turno con o senza i loro gol“. Al suo fianco Cristante è sicuro: “Vogliamo un’altra finale. La scelta De Rossi allenatore sembrava azzardata, ma i Friedkin l’hanno indovinata“.