Ci vorrà ancora un po’ perché prenda realmente forma. Ma intanto il progetto del nuovo stadio della Roma va avanti. Ieri è stato il turno dell’incontro a Trigoria tra l’amministratore delegato giallorosso, Claudio Fenucci, e l’architetto Guido Zavanella, lo stesso che aveva curato il progetto dello stadio “Franco Sensi”. Un pranzo di lavoro per fare un punto della situazione. Un pranzo dal quale è emerso il grande entusiasmo dell’architetto di fronte alla possibilità di collaborare con la nuova Roma per la realizzazione dell’impianto che diventerà la casa giallorossa. Tra le aree individuate ce ne sono diverse. Quella di La Rustica ad esempio, oppure quella di Tor Vergata, o ancora quella di Tor di Valle, oltre al terreno messo a disposizione dal Comune di Guidonia. In “lizza” c’è anche l’area di Massimina. Che però era vincolata con i Sensi e vincolata lo è ancora. Gli americani non permetteranno speculazioni edilizie a danno della città. La certezza è che DiBenedetto non vuole perdere tempo per arrivare al più presto possibile alla posa della prima pietra. Una pietra solidissima su cui poggiare il futuro della società. Perché l’accrescimento degli introiti da stadio sarà un passaggio fondamentale per il benessere di tutti i club italiani. Un concetto ribadito anche ieri da Tullio Camiglieri, presidente della Open Gate Italia (la società che si occupa anche della comunicazione della Roma).
Il giorno dopo l’accordo da due miliardi e mezzo di euro per i diritti tv della serie A per i prossimi 3 anni, Camiglieri all’Ansa ha spiegato: «Nel panorama dei ricavi delle società di calcio i diritti tv assumono un valore sempre più importante. Questo espone le società a una forte dipendenza dai broadcaster e quindi anche ad uno squilibrio. L’ingresso di Mediaset Premium ha fatto sì che ci fosse più pluralità e maggiore competitività, ma servono altre fonti di ricavo, e principalmente dagli stadi. Lo stadio può diventare oltre che la casa della squadra, un luogo di aggregazione all’interno del quale ci possono essere elementi di attrazione per la collettività, oltre ad essere una fonte di ricavo per i club». Secondo Camiglieri la questione stadi non è solo prioritaria, ma (ed è la cosa più importante) anche fattibile: «L’operazione Juventus può essere fatta anche altrove ed in maniera più avanzata, ma i sindaci sono sordi. Ora speriamo che a Roma si riesca. Vedo grande disponibilità sia da parte del sindaco Alemanno, sia del presidente della Provincia Zingaretti. Nel nostro paese la legge sugli stadi è stata voluta da tutti gli schieramenti indistintamente ma non si capisce perché non si riesce a portarla a casa. I diritti tv non potranno aumentare ancora molto. Va dato atto ad Infront di aver portato un grande risultato, ma c’è un limite fisiologico oltre il quale non si può andare. E per questo bisogna lavorare affinché il prodotto calcio sia sempre più spettacolare, come un grande film. Dobbiamo fare un salto di qualità e lo stadio è un elemento importante. È ora di superare il concetto degli stadi che vivono solo 90 minuti».
Il Romanista – D. Giannini
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