Federica Cappelletti (vedova Paolo Rossi): “Dedicargli l’Olimpico è la carezza che merita”

La Repubblica (E. Audisio) –  Condivisione e rispetto. Questo chiede Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, per difendere la memoria dell’uomo, morto a 64 anni, che ha contato molto nella storia d’Italia e anche per lei. La proposta di intitolargli lo stadio Olimpico ha suscitato dubbi e polemiche. Cosa c’entra Paolo Rossi, l’eroe del mondiale ’82, con Roma è la domanda?
Dimenticandosi che lo stadio è di proprietà dello Stato (esattamente di Sport e Salute) e che Roma, capitale, è la città dove la Nazionale italiana di calcio ha giocato più partite (63). Anche se l’Olimpico è molto legato ai Giochi del ’60 e al successo nei 200 metri di Livio Berruti, ma per legge solo i morti hanno diritto ad essere ricordati (all’estero è diverso).

Federica, vuole chiarire? 

Tengo a sottolineare: Paolo in vita sua non ha mai chiesto, né preteso niente. È sempre stato uno fuori da tutto. L’idea è partita da RaiSport dove Paolo aveva lavorato ed era apprezzato, poi è stata accolta da Gravina, presidente Figc, e da Infantino, presidente Fifa. Mi dispiace molto che si strumentalizzi il nome di Paolo, perché lui non può difendersi e ne avrebbe provato dolore.

Si contesta: decisione presa dall’alto. Si urla alla colonizzazione.

L’Olimpico non è né della Roma né della Lazio, che tra l’altro da tempo vogliono trasferirsi in impianti di loro proprietà. Non c’è nessuna imposizione. L’idea dell’intitolazione è nata in base alla consapevolezza che lo stadio è dello Stato, quindi dell’Italia, ed è quello dove la Nazionale ha giocato di più. Altrimenti nessuno si sarebbe sognato di avallare quest’idea che è venuta per ricordare un giocatore che ha saputo dare emozioni a tutti, senza distinzioni locali. Mi sembra che nell’82 anche i cittadini di Roma abbiano gioito per i successi dell’Italia trascinata da Rossi, che non era nato in città e che non giocava per una delle sue squadre. Pieno rispetto per i club e le tifoserie, alle quali chiedo però lo stesso trattamento per la memoria di Paolo.

Altra critica: l’Olimpico non è solo del calcio. 

Vero. Infatti la dicitura Olimpico resterebbe. Diventerebbe Olimpico Paolo Rossi. Dal nome di un giocatore famoso che ha molto vinto e che ha rappresentato l’Italia in tutto il mondo. È un omaggio che non cancella il passato e non fa ombra al futuro.

 

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