La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Nella sua vita agonistica à stato un po’ sciatore, un po’ ciclista e un po’ triatleta. E forse è anche per questo che ama il rigore, la disciplina, la capacità di saper soffrire. Quella che chiede ai suoi giocatori, con un’attenzione quasi maniacale ad ognuno di loro. E pazienza se quando dà ordini lo fa un po’ in italiano ed un po’ in inglese (con Claudio Bisceglia a seguirlo come un’ombra, per tradurre ogni sua parola), quello che conta è il tono: forte, deciso, autoritario. Darcy Norman è questo e ieri ha cominciato a far capire al gruppo quello che vuole con una seduta intera (mattutina) di un’ora e mezza in cui si è faticato e sudato molto. Poca corsa (se non nel finale, con una serie di allunghi al 60-70% sui 60 metri), molti lavori sulla forza (con palle mediche, elastici e pesi) e su equilibrio e coordinazione. Lavori isometrici, insomma, quelli che sono una parte importante della sua preparazione fisica.
VALORE AGGIUNTO Quel che ha colpito, ieri, è stato come a guidare tutta la parte fisica sia stato proprio lui, il canadese diventato campione del mondo con la Germania nell’ultimo Mondiale (e che a Roma guadagnerà circa 500mila euro). Rudi Garcia si è limitato ad osservare, guardando sempre con interesse e occhio vigile, ma senza mai intervenire. Insomma, quello che ha detto giorni fa James Pallotta («Abbiamo trovato il modo per aiutare Rudi, lui quest’anno dovrà pensare solo ad allenare») di fatto è realtà. Sulla preparazione stavolta Garcia non metterà bocca (come è successo con Rongoni, suo uomo di fiducia), la responsabilità sarà tutta di Norman. Che comunque è un bel tipo: rigido il giusto, ma anche capace di sorridere ed interagire («In questi tre mesi mi ha aiutato molto, sono felice di averlo incontrato», ha detto di lui Castan). Come quando alla fine ha chiuso con l’esultanza a cerchio tipica di Luis Enrique, andando poi a ringraziare i tifosi sulle tribune spronandoli ad un incitamento incessante. Darcy è arrivato con l’etichetta del «mago della preparazione», di fatto è già un valore aggiunto.
ECCO IL MEDICO Atteggiamento mentale, movimento, nutrizione e recupero sono i quattro pilastri di Norman. Contano più i principi che i metodi, soprattutto per andare a caccia del benessere e del miglior stato di forma. Ecco perché Norman studia accuratamente ogni reazione del corpo dei suoi giocatori, monitorati 24 ore su 24 con dei braccialetti elettronici (che i giocatori tolgono solo durante l’allenamento, sostituiti dai Gps per lo studio analitico dei dati). E ci lavora poi su insieme ad Ed Lippie (e in futuro anche con Helge Riepenhof, il nuovo supervisore medico suggerito proprio da lui). Se sia il mago della preparazione o meno, lo capiremo strada facendo. Di certo, da ieri ha dimostrato anche di essere già una piccola grande star.