La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – L’ultima volta che Luciano Spalletti allenò un Faraone a Roma fu tragicomica: agosto 2006, di ritorno da una Supercoppa persa contro l’Inter, Mido – proprio lui, il centravanti che l’Ajax spacciò per più forte di Ibrahimovic – fu dimenticato dentro l’aeroporto di Fiumicino alle 3 di mattina, mentre il resto della squadra prendeva il pullman direzione Trigoria. Come a dire: quel Faraone non era esattamente al centro della vita giallorossa. E infatti poche ore dopo fu ceduto al Tottenham. Quest’altro sovrano, Stephan El Shaarawy, arriva a Roma con premesse diverse. E con sponsor diversi. Per intendersi: Spalletti si ritrovò Mido tra i piedi durante un ritiro estivo. Elsha, invece, ha visto squillare il telefono nella notte tra giovedì e venerdì: dall’altra parte della cornetta proprio l’allenatore della Roma, che lo ha rassicurato sulla sua centralità nel quadro tattico giallorosso e sulla frequenza di impiego fino a giugno, particolare da non sottovalutare in ottica Europeo.
NIENTE OBBLIGO – La telefonata ha di fatto messo il sigillo su trattativa impostata da tempo, almeno da un mese, sull’asse Montecarlo-Milano-Roma. El Shaarawy arriva in giallorosso in prestito per 2 milioni, con diritto di riscatto a giugno fissato a 13. Diritto, non obbligo come si pensava inizialmente. Un cambio di rotta che fa comodo alla Roma, che potrà valutare in libertà se acquistare definitivamente il calciatore a fine stagione. E che si spiega con il rientro a Milanello di Luiz Adriano: organico rossonero extralarge e necessità di accelerare le uscite da parte di Adriano Galliani. Che però, in cambio del mancato obbligo di riscatto, ha ottenuto da parte della Roma di alzare di un milione di euro la cifra dell’acquisto da parte del club giallorossa, passato dagli iniziali 12 a 13.
SCOMMESSA – L’affare è praticamente definito. Manca solo un passaggio tecnico: prima di dare il via libera all’operazione con triangolazione Montecarlo, il Milan vuole che El Shaarawy firmi il contratto con la Roma, così da evitare ripensamenti last minute in stile Luiz Adriano. Ma è complicato pensare che l’affare possa saltare, se è vero che El Shaarawy ha sempre messo in prima fila la Roma nelle sue preferenze, e che nella chiacchierata al telefono l’attaccante è rimasto molto colpito dalle parole di Spalletti. A Roma troverà un egiziano al 100%, Salah, insieme in un reparto in difficoltà sia tecnica sia numerica. Non che l’azzurro possa garantire continuità di rendimento: 24 presenze e 3 gol negli ultimi due campionati, prima della parentesi Monaco. Ma Sabatini e Spalletti sono convinti di riportare relativamente in fretta il giocatore ai livelli del 2012-13, la sua migliore stagione in carriera. El Shaarawy sbarcherà a Trigoria a inizio settimana, forse già lunedì. E nella Roma andrà ad arricchire il reparto esterni in un possibile 4-2-3-1, oppure entrerà in concorrenza con Salah per il ruolo di seconda punta in un modulo che preveda la difesa a tre.
IN CORSA PER BALIC – Ma le manovre offensive di Sabatini non finiscono a El Shaarawy. Diego Perotti è appeso a una promessa, forse anche a qualcosa di più, da parte della Roma. Gasperini vorrebbe tenerlo a Genova: non gli basta l’arrivo di Cerci. Preziosi è però in parola con Trigoria per un prestito con obbligo di riscatto (9 milioni più bonus) e si aspetta che l’affare venga chiuso: un secondo dietrofront, dopo quello di Iturbe della scorsa estate, sarebbe clamoroso. Ma tecnicamente spiegabile: perché arrivi Perotti la Roma deve riuscire a piazzare Gervinho. Evaporata la pista Jiangsu, sull’ivoriano è piombato un altro club cinese. Solo intermediari, però: finora offerte vere nessuna. E con le parole gli affari non si chiudono. Servono i soldi. Quelli che la Roma spenderà per un difensore – occhio sempre a Caceres – e che Sabatini sarebbe ben felice di piazzare su Andrija Balic, trequartista classe 1997 dell’Hajduk: il d.s. sta duellando con l’Udinese, offerti cinque milioni di euro. Perché il mondo non s’è mica fermato ai faraoni.