“Sul volo della Chapecoense dovevo esserci anche io come commentatore della Fox”. Lo ha rivelato Paulo Roberto Falcao, in un’intervista al programma ‘Indovina chi viene a cena’, che andrà in onda stasera alle 20 su San Marino Rtv e della quale l’emittente di stato della Repubblica del Titano ha anticipato i contenuti. “Non mi assilla il pensiero della morte – ha aggiunto l’ex stella della Roma – ma cosa c’è dopo. Devo sempre controllare tutto, per questo sono andato in terapia da un analista freudiano“.
Falcao ha messo in campo anche la sua nazionale italiana ideale: “Liedholm allenatore, Zoff o Buffon in porta, Baresi Cannavaro, Vierchowod in difesa, Cabrini superiore a Maldini, poi Tardelli, Antognoni, Causio, Bruno Conti, Totti e Bettega. Paolo Rossi? No, meglio Totti“. Per il capitano della Roma ha una passione: “Totti è un mito e il mito deve essere prima di tutto felice. Totti è un leader tecnico”. Intervistato da Giancarlo Dotto, Falcao ha fatto emergere anche un racconto intimo, sulla figlia dodicenne e la sua gelosia di padre. “Bisogna adattarsi al tempo che passa e alle cose che succedono. Non ho ancora conosciuto il declino sessuale“. Ed ha raccontato il celebre calcio di rigore non tirato al Liverpool: “Una cosa che non ho mai detto. Ero il quinto rigorista secondo Liedholm e dunque quel rigore non l’avrei mai tirato comunque, per via degli errori di Conti e Graziani“. Falcao ha parlato anche dell’infinita discussione sudamericana su chi sia stato più forte, fra Pelé e Maradona. “Risponderò con la frase di Pelé – ha detto – prima di dimostrare d’essere il più forte al mondo, Maradona deve dimostrare d’essere il più forte argentino, più di Di Stefano e Messi”.
Ansa